Si è tenuto a Verona oggi il coordinamento nazionale della Slc cgil delle Fondazioni Liriche. Hanno partecipato anche delegazioni di lavoratori ed artisti della Scala, della Fenice, del Maggio Fiorentino, del Carlo Felice di Genova, del Teatro Regio di Torino e del Teatro Comunale di Bologna, che hanno voluto rappresentare vicinanza ai dipendenti dell'Arena di Verona che stanno attraversando un periodo difficilissimo. Ma i problemi di questi grandi teatri non riguardano solo l'Arena. Molti sono quelli in crisi, compresa una parte di quelle che hanno usufruito della possibilità di ristrutturare i debiti previsti dalla Legge Bray, che è una norma intervenuta sulle emergenze. Rimane per il comparto una forte criticità legata alle risorse. Quest'anno sarà l'anno in cui finalmente l'Italia proverà a dotarsi di una legge organica per lo spettacolo. È necessario affrontare il tema della certezza delle risorse, del ruolo delle Fondazioni Liriche all'interno del comparto musicale. Ma è necessario intervenire anche sulle emergenze altrimenti la legge arriverà quando si sarà già messo in discussione il modello offerto da questi teatri. L'Italia può davvero impoverirsi culturalmente derubricando queste strutture ad altro, abbandonando qualità e professioni artistiche e tecniche di grande rilevanza? Nonostante ripetute richieste d'incontro unitarie tese ad aprire un confronto sul tema sono cadute nell'indifferenza del Ministero. È necessaria una forte unità dei lavoratori per dimostrare che la lirica italiana è un brand Made in Italy riconosciuta all'estero, uno sbocco per le eccellenze che escono dai conservatori, e che solo la certezza delle risorse pubbliche può far si che questi spettacoli possano essere accessibili a tutti.

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