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Sono trascorsi tre mesi dal risultato del referendum che ha respinto l’ipotesi di accordo sul caring e più di due mesi dalla comunicazione dell’Amministratore Delegato che annunciava l’intenzione aziendale di voler procedere alla societarizzazione del caring di Telecom.

In questo periodo Slc Cgil, assumendo il risultato del voto del referendum, ha provato a individuare soluzioni che consentissero di riaprire la trattativa e definire un’intesa che eviti la societarizzazione nel rispetto del pronunciamento dei lavoratori.

Con senso di responsabilità Slc non ha assunto posizioni unilaterali, evitando di creare nuove lacerazioni nel rapporto tra le organizzazioni sindacali e, soprattutto, con l’azienda.

Con tale modalità, Slc ha avanzato una proposta di modifica dell’impianto del Cloud delle competenze, individuato come l’elemento che ha portato alla bocciatura dell’accordo da parte dei lavoratori.

Il faticoso lavoro di ricucitura intrapreso ha portato l’azienda ad avanzare alcune proposte, in linea con le richieste di Slc, che tuttavia non sono state giudicate sufficienti per riaprire la trattativa. I veti incrociati, le resistenze che da più parti sono poste alla ripresa del confronto, la mancata convocazione del coordinamento (non si riunisce più dal 18 dicembre 2014) rendono necessario un cambio di strategia e, soprattutto, richiedono che la discussione sia realizzata in maniera trasparente e con la totale consapevolezza da parte dei lavoratori.

E’ del tutto inaccettabile proseguire in un confronto in cui gli interessi dei lavoratori non siano la priorità, impedendo in tale modo di riprendere un’iniziativa unitaria da portare in assemblea per chiedere un preciso mandato sul prosieguo della vertenza.

In tale contesto, La Segreteria Nazionale di SLC, unitamente ai membri del coordinamento eletti nelle proprie liste, ha deciso di avanzare le proposte di modifica che ritiene di apportare al testo dell’ipotesi sottoscritta il 18 dicembre, con le quali avviare una campagna di assemblee su tutto il caring, che dovrà concludersi entro i primi giorni del mese di maggio, per ottenere un mandato a riaprire la trattativa e impedire la societarizzazione. Le assemblee dovranno pronunciarsi, attraverso il voto degli iscritti, sulla proposta e sul percorso con le iniziative di lotta a sostegno della vertenza.

Analogamente, dovrà essere previsto che un eventuale nuovo accordo debba essere approvato dal voto dei lavoratori.

Il mandato sarà accompagnato dall’apertura delle procedure di raffreddamento, necessarie per addivenire alla dichiarazione di sciopero da effettuarsi nel mese di maggio a sostegno della riapertura della vertenza.

Nel merito la proposta che Slc avanza è la seguente:
partendo dal modello iniziale occorre specificare con maggiore determinatezza la finalità formativa dell’impianto. Il progetto del cloud delle competenze è quindi confermato, con la previsione che:
• il dato non sia visibile alla sala regia (il progetto richiede a quest’ultima di essere a conoscenza degli skill dei lavoratori presenti per fare il routing delle chiamate);
• la visualizzazione del dato non sia continua ma definita attraverso un periodo di monitoraggio (di cui il lavoratore deve essere a conoscenza) alternato a periodi di non monitoraggio. La puntuale definizione dell’alternanza deve consentire di ridurre al minimo il periodo di analisi;
• i dati dovranno essere gestiti da una nuova funzione specifica di cui non farà parte la linea gerarchica del lavoratore. Tale struttura dovrà definire l’elaborazione degli skill e gli interventi formativi necessari;
• il dato del lavoratore potrà essere oggetto di analisi solamente all’interno dell’incontro previsto dall’ipotesi di accordo;
• i dati raccolti dovranno essere cancellati trascorso un periodo definito.

Terminato il percorso di assemblee, SLC ritiene che l’Azienda debba riconvocare immediatamente un tavolo di confronto per individuare le soluzioni necessarie a raggiungere un’intesa. In assenza, apparirebbe evidente la volontà aziendale di voler procedere verso la societarizzazione del caring e ciò non può che determinare l’assoluta volontà di Slc di opporsi a tale processo attivando tutte le iniziative di lotta necessarie a contrastarlo.

Continuare a strumentalizzare il voto dei lavoratori e utilizzare l’arma dei veti per impedire di trovare una soluzione sono azioni non più sostenibili. La bocciatura dell’accordo è la risultanza del clima con cui si lavora all’interno del caring, delle forti pressioni che vengono esercitate, della scarsa attenzione che si riserva a procedure e software non sempre adeguati a garantire elevate produttività. Pertanto, sarà necessario individuare anche soluzioni in grado di migliorare il “benessere” abbassando il livello di stress da lavoro correlato presente.

Telecom deve decidere quale atteggiamento adottare e definire in maniera inequivocabile se scommettere sul coinvolgimento del proprio personale.

Slc sarà a fianco dei lavoratori con una vertenza che coinvolgerà, a partire da una prima iniziativa di lotta proclamata per il personale del caring, l’insieme dell’azienda in cui Telecom sta procedendo con forzature unilaterali a riorganizzazioni che non sono state definite con il sindacato. Analogamente, le informazioni trasmesse ai dipendenti in merito al piano d’impresa, sulle strategie inerenti al personale, a oggi non negoziate con le OO.SS, non potranno essere implementate in assenza di un vero coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori.
E’ giunto il tempo della responsabilità e della trasparenza, chi non volesse parteciparvi ha il dovere di comunicarlo ai lavoratori.

La Segreteria Nazionale Slc-Cgil

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