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In data 01 agosto 2017, si è svolto un incontro tra le OO.SS., il Coordinamento delle RSU e Tim. L’incontro aveva due punti all’ordine del giorno ovvero le comunicazioni inerenti il regolamento aziendale a seguito della sentenza su art.28 e la procedura licenziamenti collettivi legge 223/91 aperta dall’azienda con comunicazione del 27/07/2017.
Riguardo al provvedimento del Tribunale di Roma sul ricorso ex art.28 L.300/70 promosso da SLC CGIL, Tim nel precisare che ottempererà a quanto disposto dal decreto del Giudice ha comunicato che è efficace il Regolamento aziendale emesso a febbraio 2017 e che, per motivi tecnici, avverrà operativamente dal prossimo mese di settembre.
A tale riguardo ricordiamo che il Giudice, ha stabilito una cosa molto semplice ma fondamentale ovvero che, in base al testo unico della rappresentanza ed al protocollo delle relazioni industriali del 23 giugno 2016, l’unico organo e luogo con il quale si possono negoziare o trattare le materie previste dal CCNL per il livello aziendale è quello del coordinamento delle RSU, ogni altra forma è stata definita illegittima, dichiarando antisindacale la condotta da parte di Tim inibendo a Tim la negoziazione con soggetti diversi da quelli previsti dalle regole.
Il ricorso al Tribunale si è reso necessario per imporre il rispetto delle regole pur nella piena convinzione che le relazioni sindacali non possano essere affidate alla Magistratura, il ricorso alla quale costituisce sempre l’extrema ratio a fronte del venir meno della condizione di diritto.
Proprio in virtù di tale convinzione SLC CGIL ha rinnovato a Tim la richiesta di avviare un confronto vero sull’integrativo aziendale auspicando che esso possa sfociare in un’intesa che riconsegni ai lavoratori il diritto ad un contratto integrativo e mettendo in tal modo fine ad una sterile e controproducente stagione, avviata dall’azienda con la disdetta del 6 ottobre 2016, che ha visto solo raccogliere scioperi, manifestazioni, presidi, condanne della Magistratura in un crescente clima di disagio e demotivazione da parte dei dipendenti.
Tim ha risposto, che per quanto la riguarda, fermo restando quanto stabilito dal giudice con la sentenza, le materie inserite nel regolamento sono da considerarsi indisponibili per un confronto tra le parti che traguardi ad un accordo di secondo livello.
A tale riguardo SLC CGIL, nel riaffermare la propria convinzione sulla necessità di aprire un confronto sull’integrativo aziendale quale unica strada possibile per affrontare costruttivamente i problemi, ha altresì ribadito con fermezza la propria indisponibilità ad accettare che materie di ordine normativo ed economico , come quelle regolate sino al 6 ottobre 2016 tramite un accordo tra le parti ( contratto integrativo), siano regolate da un atto unilaterale (regolamento) da parte dell’azienda e che a fronte del permaner di tale posizione da parte dell’azienda SLC non potrà che proseguire nella mobilitazione insieme ai lavoratori.
Le lavoratrici ed i lavoratori di TIM sono di fronte a due impostazioni radicalmente opposte: da una parte quella che immagina che i lavoratori, mediante le loro rappresentanze, non debbano poter discutere e concordare con il datore di lavoro sulle condizioni economiche e normative del proprio lavoro affidando tale tematica ad atti di regolazione unilaterale da parte dell’azienda; dall’altra chi, come SLC CGIL, è convinto che i lavoratori, mediante le loro rappresentanze, abbiano il diritto di contrattare con il datore di lavoro le condizioni economiche e normative di lavoro.
Per SLC negoziare, trattare, conquistare accordi che migliorino le condizioni di lavoro delle persone è la missione, far sostituire ciò da atti unilaterali dell’azienda è sbagliato, controproducente per i lavoratori e fa venire meno una delle ragioni fondanti del sindacato.
Nella seconda fase dell’incontro si è preso in esame l’apertura della procedura per i licenziamenti collettivi legge 223/91 aperta da Tim il 27 Luglio 2017 per 382 unità motivata a detta dell’azienda, sia in quanto non si sono realizzati gli esodi previsti dagli accordi realizzati nell’ottobre 2015 sia per ulteriori sopraggiunte valutazioni.
Ricordiamo a tale riguardo che SLC CGIL contestò fortemente nel 2015 la fondatezza degli esuberi dichiarati dall’azienda tant’è che non sottoscrisse l’accordo su esuberi e contratti di solidarietà firmato invece da altre OO.SS.
Il confronto sulla procedura di licenziamenti collettivi legge 223/91è stato aggiornato al 12 settembre sottoscrivendo un verbale che sospende fino a tale data la durata della fase sindacale della procedura.
Nel corso dell’incontro, pur se non previsto dall’ordine del giorno, abbiamo altresì posto la necessità di chiarezza sul futuro dell’azienda anche alla luce delle notizie su ipotetici progetti di scorporo della rete che si stanno registrando con sempre maggiore frequenza in queste ultime settimane al quale l’azienda ha risposto che nulla è cambiato rispetto al Piano Industriale.
Naturalmente il tema del futuro di TIM non può essere così facilmente derubricato e per quanto ci riguarda riteniamo sia uno dei temi centrali sul quale richiamare l’azienda e le Istituzioni, a partire dal Governo, alle proprie responsabilità.

La Segreteria Nazionale SLC CGIL

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