Qualche precisazione su l'accordo TIM e le "adesioni integrali" scambiate per vittorie gloriose
Fa una certa tenerezza leggere la dichiarazione di resa incondizionata, meglio INTEGRALE, di chi in queste settimane si è sottratto al confronto e all'ultimo si è dovuto arrendere dinanzi all'inconcludenza delle proprie posizioni. Ma andiamo per gradi:
Ci si vanta di aver ottenuto le garanzie occupazionali, bene…le garanzie scritte nel verbale firmato il 12 aprile al Ministero del Lavoro sono le stesse (le stesse nel senso di uguali, parola per parola) contenute nel testo sottoscritto lo scorso 29 marzo in sede aziendale. Ma uguali uguali eh, proprio le stesse!
E come ci si è arrivati alla convocazione del 12 aprile? Quella dove "qualcuno" avrebbe imposto le garanzie occupazionali? Semplice, attraverso la richiesta di convocazione redatta da TIM a seguito della lettera di Slc-Cgil e Fistel-Cisl nella quale si vincolava lo scioglimento della riserva all'ipotesi di accordo del 29 marzo alla firma in sede ministeriale oltre che al voto assembleare, passaggio vincolante al quale hanno partecipato in più di 10.000 e che ha visto il consenso del 65% dei votanti! Vogliamo parlare poi del fatto che un'intera delegazione sindacale ha deciso di non incidere minimamente sull'accordo del 29 marzo sottraendosi al confronto, salvo poi aderire INTEGRALMENTE all'accordo stesso al quale non ha dato il minimo contributo in cambio delle garanzie aziendali contenute, nella identica formulazione, proprio nell'accordo del 29 marzo stesso? Spiace soprattutto per le lavoratrici ed I lavoratori che, legittimamente, si riconoscono in quella sigla e che non hanno avuto la possibilità di vedere rappresentate le proprie istanze per non si sa bene quale motivo.
Per noi l'unitarietà è un percorso strategico per raggiungere obiettivi condivisi, ma deve poggiarsi su basi solide, trasparenti e sincere. Di tutta questa vicenda ciò che davvero non è accettabile sono le ricostruzioni fantasiose di percorsi davvero platealmente chiari a tutti. L'aver prima sminuito il confronto con il Mimit ed il Ministero del Lavoro per poi far passare il verbale di incontro del 12 aprile (lo stesso percorso degli altri accordi di solidarietà difensiva peraltro) come il frutto delle proprie posizioni.
Sarebbe bastato dire che a fronte dell'esito assembleare si prendeva atto e si firmava, cosa più che legittima!
Che dire in conclusione? Bisogna far molta attenzione perché dalla "libertà di pensiero" ai "pensieri in libertà" il passo è breve.
Roma, 15 aprile 2024
La Segreteria Nazionale Slc Cgil