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Il giorno 26 novembre 2013 si è riunito i componenti del coordinamento Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil delle RSU del Gruppo Telecom alla presenza delle strutture territoriali e delle Segreterie Nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil per analizzare la situazione verificatasi a seguito della modifica dell’azionariato di controllo del Gruppo Telecom da parte di Telefonica e della presentazione del Piano Industriale 2014 – 2016 approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 7 novembre u.s..

Il Coordinamento considera grave che un’azienda del valore di decine di miliardi possa essere acquisita tramite poche centinaia di milioni a causa di una legislazione che consente il controllo di fatto attraverso “scatole” societarie che permettono il controllo di fatto dell’azienda a scapito della maggioranza degli azionisti.

Il coordinamento conferma che, vista la situazione determinatasi a seguito della privatizzazione e dell’alternanza al controllo societario dell’azienda, la situazione finanziaria caratterizzata da un elevato debito, conseguenza diretta di operazioni finanziarie, richiederebbe un aumento di capitale per reperire risorse aggiuntive finalizzate a rilanciare gli investimenti sulla costruzione di reti di nuova generazione, indispensabili per il rilancio complessivo della competitività del Paese e della riforma della Pubblica Amministrazione.

La scelta del Consiglio di Amministrazione di varare un piano industriale 2014 – 2016 con un aumento di capitale molto contenuto e focalizzare gli interventi sull’assetto industriale evidenzia luci e ombre.

Gli aspetti positivi sono contraddistinti dalla scelta di non procedere con lo scorporo della rete ma di lavorare alla realizzazione di un modello che garantisca la parità di accesso mantenendo la rete integrata all’interno dell’azienda, di indirizzare risorse aggiuntive verso lo sviluppo delle reti di nuova generazione per consentire di recuperare il ritardo rispetto agli altri Paesi Europei, la definizione di un nuovo modello di business che consenta all’azienda di recuperare spazi di mercato.

Questi interventi sono necessari a rimettere in condizione l’azienda di recuperare i ritardi accumulati e rilanciarne le potenzialità sul mercato.

Le ombre sono legate alle scelte con cui si reperiscono le risorse.

Il “convertendo” per realizzare un mini aumento di capitale non è sufficiente a garantire le adeguate risorse dedicate agli investimenti e allo sviluppo; l’operazione di vendita delle torri che, in parallelo con gli errori commessi nel passato sul patrimonio immobiliare, potrebbe portare al loro riaffitto a un canone elevato; la vendita della partecipazione in Argentina che ridimensiona l’assetto internazionale dell’azienda e riduce i margini del Gruppo; il remix degli investimenti che sposta dal commerciale alla costruzione di nuove reti ingenti risorse con il rischio di ridimensionare le capacità competitive dell’azienda.

L’insieme degli interventi descritti ha consentito di recuperare risorse da indirizzare agli investimenti ma inciderà notevolmente sulla redditività dell’azienda e l’indebitamento nei prossimi anni rischiando di comprometterne l’operatività e la capacità di competere sul mercato globale delle telecomunicazioni. In questo caso la previsione del Piano Industriale di mantenere inalterati i parametri fondamentali di marginalità non è credibile.

Il coordinamento ribadisce che la strada maestra sarebbe stata quella di fare un aumento di capitale a carico dei soci o con l’ingresso di nuovi investitori istituzionali.

Per quanto sopra il coordinamento ritiene necessario avviare una vertenza “Gruppo Telecom” da svilupparsi sia sul livello politico sia su quello aziendale con le seguenti modalità:

  • In accordo con le Segreterie Confederali, sostenere la modifica della legge sull’Opa sulla base dell’ordine del giorno Mucchetti - Matteoli trasformato in emendamento alla legge di stabilità; rinnovo della richiesta di convocazione, da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri, di un tavolo di confronto con Telefonica e le Parti sociali per avere garanzie sul futuro industriale del Gruppo Telecom e sulle prospettive occupazionali. Per sensibilizzare il Governo e il Parlamento su tale obiettivo sarà promosso un presidio permanente davanti al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati da farsi durante la discussione per l’approvazione della legge di stabilità oggi in discussione.
  • Avvio del confronto di merito con il Gruppo Telecom sul Piano Industriale per verificare i reali contenuti dello stesso e le coerenze rispetto agli annunci effettuati, soprattutto in termini di investimenti in reti, ricerca e sviluppo, informatica e prospettive occupazionali. In tale ambito sarà organizzato un presidio il giorno 20 dicembre in occasione dell’assemblea degli azionisti a sostegno delle rivendicazioni del sindacato.
  • Riapertura del confronto sull’applicazione degli accordi del 27 marzo 2013, su cui l’azienda procede unilateralmente con forzature inaccettabili, per permettere un reale monitoraggio sugli interventi e sull’implementazione dello stesso che sia conforme a quanto sottoscritto.
  •  Individuazione di opportune soluzioni per i lavoratori oggetto di esternalizzazione negli  anni 2000  - 2006 che oggi pagano le conseguenze di scelte sbagliate con la perdita del posto di lavoro a causa della politica degli appalti.

Al fine di dare continuità alla vertenza e con l’obiettivo di raggiungere i risultati rivendicati, il coordinamento ritiene che nel caso in cui non fosse modificata la legge sull’Opa e/o il Governo non attivi il tavolo di confronto con Telefonica sarà indispensabile, in accordo con le Confederazioni, arrivare allo sciopero generale dei dipendenti del Gruppo Telecom al fine di preservare il patrimonio occupazionale e aziendale garantendo, nel contempo, al Paese l’opportunità di avere un’azienda di telecomunicazioni in grado di sviluppare le reti di nuova generazione indispensabili per ammodernare il Paese e rilanciarne la competitività.

Il coordinamento assume in carico la necessità di avviare una campagna di assemblee volta a informare da subito i lavoratori sullo stato della vertenza in corso e predisporli a tutte le iniziative definite anche integrandole con iniziative territoriali.

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