I lavoratori di Accenture, oggetto di procedura di licenziamento collettivo dopo la cessazione della commessa British Telecom, hanno scritto ieri una lettera al sindaco di Palermo Leoluca Orlando chiedendogli un intervento per difendere il loro posto di lavoro.

Nella lettera i 262 lavoratori di Accenture che da ottobre rimarranno senza lavoro ricordano che il “lavoro che svolgiamo con dedizione e professionalità da anni, in un’azienda che ci ha visto crescere, ma solo anagraficamente. Siamo tra quelli, pochi, che hanno avuto l’opportunità di rimanere nella loro terra, grazie ad un lavoro vero, con diritti e tutele e che oggi, diventati madri e padri e con un mutuo da pagare, consapevoli dell’impossibilità di trovare una occupazione alternativa, non possono nemmeno immaginare di fuggire altrove.”

“Il 22 luglio scorso – prosegue la lettera - abbiamo appreso con stupore e incredulità che Accenture ha deciso di aprire una procedura di licenziamento collettivo per i 262 dipendenti di Palermo, a seguito della disdetta presentata dal cliente British Telecom. La nostra rabbia deriva dal fatto che dal 2005 ad oggi abbiamo assistito alla perdita delle commesse in essere, alla delocalizzazione delle attività acquisite, e allo spostamento su altre sedi del gruppo dei progetti avviati sulla sede di Palermo. A nulla sono serviti i sacrifici economici richiesti ai dipendenti e funzionali al recupero di competitività del centro.”

Si chiedono i lavoratori di Accenture: “E’ possibile che una multinazionale con i bilanci in attivo e fatturato in crescita sia “costretta” a ricorrere al Licenziamento Collettivo impiegando pertanto l’utilizzo di ulteriori Ammortizzatori Sociali scaricando sul committente e sull’intera collettività il proprio fallimento gestionale? Una società che collabora il settore pubblico e che “conta oltre 293 mila professionisti in oltre 120 paesi nel mondo” (cit. da www.accenture.com), non riesca a ricollocare 262 dipendenti?”

“Palermo non può essere, ancora una volta, terra di conquista per imprenditori senza scrupoli che dopo un po’ fuggono lasciandosi dietro macerie e disoccupazione.” Oggi sono state proclamate 8 ore di sciopero. A questo punto i lavoratori rivolgono un ulteriore appello al sindaco di Palermo chiedendogli di partecipare al presidio che si terrà davanti la sede dell’azienda.

“Il nostro licenziamento si sta compiendo nel silenzio, mentre abbiamo bisogno che le istituzioni “urlino” insieme a noi affinché non si spenga un’altra parte sana della nostra Palermo – conclude la lettera.

 

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