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Lo scenario europeo nei settori della TLC, ICT, audiovisivo e new media evolverà velocemente e nei prossimi anni fusioni ed acquisizioni costringeranno gli operatori all’aumento della loro dimensione media. Sempre più evidente sarà la necessità dell’integrazione nel “mercato europeo unico digitale” della comunicazione e dell’ICT, nel quale attori di notevoli dimensioni saranno presenti e dovranno competere a tutto campo su scala continentale e mondiale.
La Commissione Europea ha diffuso i dati relativi al 2013 dello sviluppo digitale dei Paesi membri e gli obiettivi dell'Agenda Digitale di Bruxelles: si allarga il gap digitale fra l'Italia ed i principali Paesi dell'Unione europea. L’UE rileva che in Italia la banda larga fissa di nuova generazione, in grado di fornire almeno 30 Mbps in download, è disponibile solo per il 21% delle abitazioni (sono il 62% nell'Ue) e almeno a fine 2013 non ha rilevato la disponibilità di nessuna connessione ultra-veloce (almeno 100 Mbps). Mentre l’Italia accumula ritardi, l’Ue impone nuove sfide: entro il 2020 tutti i membri dell’Unione dovranno assicurare ai loro cittadini una connessione veloce a 30 Mbps e almeno al 50% di essi una navigazione ultra veloce.
In Italia, gli obiettivi fissati dall'Agenda Digitale e dal Decreto 2.0 richiedono forti investimenti sulla rete NGAN. Al 2018, l'AGID prevede una copertura del 60%, obiettivo difficilmente perseguibile dal nostro Paese in assenza di una politica industriale che finalizzi gli investimenti utilizzando anche i bandi Europei e Nazionali in cui si stanzino risorse per l'ammodernamento delle reti.
Solo attraverso forti investimenti nella rete e nelle aree di innovazione, ricerca e nell'informatica si può fornire a Telecom l'opportunità di rimanere il player di riferimento a livello europeo e internazionale e, al contempo, di fornire prospettive di sviluppo al Paese e alle sue imprese: digitalizzare la Pubblica Amministrazione, dare competitività internazionale alle PMI, coprire il ”digital divide" e avviare sviluppi sul territorio a favore dei cittadini (Smart City e sviluppo di nuovi ecosistemi ICT).
Le aree di innovazione, ricerca e sviluppo in Telecom Italia sono prevalentemente allocate in due strutture: Strategy&Innovation e TILab (recentemente ristrutturata e rinominata Engineering&TILab): la prima vede allocati circa 300 lavoratori e lavoratrici in maggioranza a Torino (circa 150) e Roma (circa 100); la seconda, nella funzione di Technology, conta circa 1200 lavoratori e lavoratrici per lo più nelle sedi di Torino (circa 500) e Roma (circa 400) ma presenti anche a Napoli (circa 90), Trento (circa 50) e Milano (circa 20).
Le due strutture, oltre alle attività di “ingegnerizzazione” dei servizi e di testing e qualificazione/certificazione apparati, presidiano alcune delle principali aree di innovazione e ricerca delle TLC: le tecnologie G.fast di "vectoring" per banda larga su rame, la NGAN su fibra ottica (nelle sue diverse declinazioni architetturali FTICab, FTTH, FTTB, ... ), la LTE di quarta e quinta generazione, le infrastrutture di Cloud Computing e di virtualizzazione, la Software Defined Network (SDN), l' integrazione dei servizi "quadruple play", … E ancora in ambito ICT: servizi per Smart City, Internet delle cose, piattaforme per servizi in ambito formazione, scuola, mobilità, sanità, turismo ...
Così come vengono anche presidiati ambiti di partenariato con le Università (iniziative quali i Jol e Working Capital), Fondazioni e PMI, di partecipazione in ambito europeo e internazionale negli Enti di Standardizzazione internazionali, nei Programmi Quadro per l'innovazione e la ricerca della Commissione Europea, negli ambiti del “regolatorio”, in "HORIZON 2020", per l’EXPO 2015. Le scelte aziendali in questo ultimo decennio non sono andate nella direzione di valorizzazione di queste strutture.
La scelta di collocare Strategy&Innovation all’interno delle aree di staff, mentre Engineering&TILab si trova all’interno delle strutture operative, non favorisce la sinergia, la collaborazione e la non sovrapponibilità delle attività di innovazione. Da aggiungere il fatto che al recente incontro, relativamente alle Aree di Staff (4 luglio), della realtà S&I è stata solo indicata la generica “mission”, ma non la motivazione per la quale tale ambito rientra tra le Aree di Staff che sono oggetto di contratto di solidarietà e di riconversione professionale, con prossimi tavoli di confronto a loro dedicati.
Lato Engineering&TILab, struttura dove si implementa anche il Piano Tecnologico che ha il delicato e fondamentale compito di disegnare le strategie industriali dell’azienda, le criticità sono diverse.
Negli ultimi 10 anni l’azienda ha attinto a forza lavoro esterna attraverso forme di consulenza che dal punto amministrativo figuravano spesso come forniture di SW o supporto ingegneristico, contabilizzate come capex, poco monitorabili. Il “fenomeno” ha una sua rilevanza che andrebbe valutata sia “quantitativamente” che “qualitativamente”. Spesso su progetti tecnologicamente innovativi sono impiegate risorse esterne in misura eccessiva limitando lo sviluppo e il mantenimento del “know how” in azienda e sottraendo ruoli di indirizzamento e di gestione delle attività con possibili situazioni di disagio e marginalizzazione professionale. Questo è un tema strettamente connesso agli impegni dell’accordo sindacale del 27 Marzo 2013 per le azioni di internalizzazione di attività che sono indispensabili per il superamento degli esuberi.
La recente ristrutturazione di Engineering&TILab ha visto il rafforzamento delle strutture adibite alla realizzazione e al controllo delle reti e della loro qualità “end to end” per poter fornire servizi di diffusione video HD (coerentemente con recenti accordi commerciali). Vi è stato anche il tentativo (non sufficientemente realizzato) di portare efficienza ove ambiti di attività simili erano presidiati in più strutture.
E’ positivo sia rinnovare per competenza e “generazionalmente” il management, sia aprire a opportunità occupazionali esterne ma è necessario valorizzare, al contempo, mediante azioni concrete le preziose e competenti risorse interne che da decenni si dedicano all’azienda, dando il
meglio delle proprie energie e competenze. Se questo non accade si rischia, col passare degli anni, di creare altri “problemi gestionali”. In particolare ci riferiamo all’ampia fascia di impiegati in “area quadro” (livelli 6, 7 e 7Q) che rischia di essere esclusa da percorsi di crescita professionale e manageriale e alle figure impiegatizie al 5° livello, a volte anche al 4°, che da anni svolgono funzioni di responsabilità di progetto, di laboratorio, di coordinamento consulenze e che paventano l’esclusione da adeguati programmi di formazione.
L’innovazione richiede anche investimenti sui giovani. E ormai non più procrastinabile una politica di nuovi ingressi nel settore.
Sono necessari, da subito, un cambio di strategia e nuove azioni. Piani integrati formativi e strumenti gestionali che sappiano ridare slancio, prestigio e maggior incisività ed efficacia all’Innovazione, alla Ricerca all’Ingegneria in Telecom Italia, valorizzando la ricchezza delle risorse interne, reintegrando pienamente nel ciclo produttivo lavoratrici e lavoratori che sentono l’azienda come propria e sono disposti ad accettare la sfida del cambiamento.
Chiediamo all’azienda un incontro di confronto, congiuntamente per le due strutture S&I e Engineering&TILab: sulle prospettive di organizzazione futura delle strutture e le previsione di crescita occupazionale e di sviluppo delle attività e delle competenze, sui programmi e priorità di investimento, di monitoraggio delle reinternalizzazione di attività a valore aggiunto.
Le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL

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