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“Una ricerca condotta dall’Istat e dall’Isfol certifica come gli addetti ai call center siano, oggi nel mondo del lavoro italiano, i lavoratori che stanno attraversando la crisi con il maggior senso di insicurezza ed insoddisfazione” dichiara Riccardo Saccone di Slc Cgil nazionale.

“Un risultato che, purtroppo, non suscita alcuna sorpresa. Non per nulla stiamo conducendo da mesi una difficile battaglia per regolamentare gli appalti nel settore e per dare regole più certe a lavoratori che oggi sono alla totale mercé di un sistema che permette che le commesse vengano tolte ed assegnate su criteri che esulano totalmente dal fattore lavoro.”

“Come potrebbe sentirsi sicuro il lavoratore di un’azienda – prosegue il sindacalista - che si vede togliere il lavoro da un importante committente e che vede il proprio futuro legato a meccanismi di vero e proprio ricatto occupazionale? Perché dovrebbe sentirsi protetto un lavoratore che sa bene che la propria storia retributiva, la propria professionalità sono considerati un peso da eliminare dalla maggior parte degli uffici acquisti delle grandi committenze, che vedono nella compressione brutale del costo del lavoro e dei diritti la strada maestra per massimizzare i profitti.”

“Davvero qualcuno pensa che con questi presupposti il Paese possa anche solo immaginare una ripresa? Il Governo dovrebbe riflettere con attenzione su questi risultati. Dovrebbe riflettere ed agire perché questi dati non arrivano certo come un fulmine a ciel sereno dal momento che il sindacato ancora attende la nuova convocazione, annunciata dal Viceministro allo sviluppo Economico per i primi di settembre (se questo silenzio dovesse perdurare saremmo autorizzati a non annoverarne l’affidabilità fra le virtù maggiori), del tavolo ministeriale dove si sta discutendo proprio dei motivi che sono alla base di questa insicurezza. Ed invece da mesi quel tavolo è bloccato anche per le forti pressioni dei committenti. Tutto mentre nel Paese assistiamo al dibattito surreale sull’articolo 18 che fermerebbe lo sviluppo e la ripresa.”

“Siamo davvero curiosi di capire se qualcuno al Governo vorrà confrontarsi con le paure di queste migliaia di cittadine e cittadini, paure che non si possono risolvere con un hashtag o con un selfie – conclude Saccone. Per portare quel dato terrificante a livelli accettabili ci voglio fatti concreti e decisioni coraggiose in linea con quanto avvenuto nel resto d’Europa.  Altrimenti il declino del Paese sarà inevitabile e con esso anche la credibilità e l’affidabilità delle istituzioni.”

 

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