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(U.S. SlcCgil) -Roma, 29 gen- Ha suscitato sdegno nella Segreteria Nazionale Slc-Cgil il Servizio del Tg1, trasmesso nell’edizione delle 20 del 27 gennaio scorso, sul bambino in carrozzina ritrovato nel triage di un ospedale della provincia di Latina che una donna avrebbe lasciato allontanandosi senza farvi ritorno. Il mancato oscuramento del volto della donna è una patente violazione dei codici deontologici giornalistici, tanto più grave se a farlo è il servizio pubblico radiotelevisivo. Che si tratti di criminalizzazione di una donna senza alternative o di sottovalutazione o superficialità, il comportamento di chi ha redatto il servizio è certamente da stigmatizzare, così come quello di chi ha la responsabilità di averlo mandato in onda.
Il confine fra la sciatteria, il sensazionalismo d’accatto e la criminalizzazione della persona umana è sempre molto labile. In questo caso il confine è stato decisamente superato.
La Rai è prima di tutto servizio pubblico ed in quanto tale deve costituire modello virtuoso di un giornalismo sano e rispettoso delle regole.
Ci uniamo pertanto a quanti hanno severamente valutato l’episodio come un pesante vulnus della correttezza e della privacy quali il Garante e le CPO Rai ed Fnsi.
In un momento in cui la Rai è al centro delle cronache per altri fatti già poco edificanti, è legittimo ed opportuno pretendere la cura e l’attenzione in ogni trasmissione dei servizi e dei programmi.
Auspichiamo inoltre che si tratti di “un’ultima volta” sia per il Tg1 che per tutte le altre testate del servizio pubblico.

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