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“L’incontro con l’Amministratore Delegato di British Telecom Italia ha consegnato a lavoratori e sindacati l’immagine di un’azienda condotta da ragionieri e non da industriali, che vogliono svuotare un’azienda fatta di persone e non di mere cifre. C’è da chiedersi se dietro la procedura di licenziamento di 147 lavoratori avviata dall’azienda (sui circa 1000 dipendenti globali), ritenuta indispensabile per ripianare i conti, non ci sia ben altro.” Così una nota della segreteria nazionale di Slc Cgil.

“La mole di cifre e di interventi prospettati per ridurre i costi da un lato e le perdite di fatturato dall’altro, cui si aggiungerebbero i licenziamenti, non costituiscono un vero e serio piano strategico finalizzato a rilanciare l’impresa nell’ambito del mercato delle Tlc e a garantire il resto dell’occupazione.”

“Il piglio contabile con cui sono stati comunicati i licenziamenti nonché l’abbandono del tavolo da parte dell’Amministratore Delegato – prosegue la nota - contrastano con la responsabilità dimostrata dagli altri operatori telefonici che negli ultimi anni, a fronte di difficoltà comuni, hanno preferito trovare soluzioni costruite con il consenso dei lavoratori.”

“Di conseguenza i sindacati di categoria hanno deciso di aprire le procedure di raffreddamento per avviare tutte le iniziative di lotta necessarie a far compiere ai vertici aziendali una decisa inversione di rotta ed è stato richiesto al Ministero dello Sviluppo economico di convocare le parti per trovare una soluzione diversa ai licenziamenti.”

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