Domani, giovedì 3 ottobre, in coincidenza con lo svolgimento del Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia, si svolgeranno l’attivo nazionale delle RSU di Telecom e un presidio sotto la sede di Piazza Affari a Milano, dove si svolgerà il CdA dell’azienda. Il presidio sarà accompagnato da un primo sciopero di quattro ore dei lavoratori della Lombardia che confluiranno alla manifestazione.

“Le due iniziative hanno lo scopo di sensibilizzare i vertici aziendali e l’opinione pubblica sulla difficile situazione di Telecom Italia, che, se non vincolata a precise scelte di politica industriale, rischia di indirizzare il futuro della compagnia telefonica nazionale su una strada di non ritorno che vedrà la scomparsa dell’azienda – dichiara Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil.

“Non si tratta – prosegue il sindacalista - di difendere l’italianità dell’azienda o utilizzare pretestuose minacce di pericoli per la sicurezza nazionale, argomenti utilizzati ad arte per sostenere la tesi dello scorporo della rete, ma di vincolare l’operazione a precisi impegni sugli investimenti e sul futuro dell’azienda.”

“A ciò si aggiunge la necessità di un intervento di ricapitalizzazione di Telecom, necessario per garantire gli investimenti e mettere in tranquillità la situazione finanziaria dell’azienda rispetto ai rischi di declassamento del debito, da realizzarsi attraverso la partecipazione di Cassa Depositi e Prestiti per superare l’anomalia italiana che vede lo Stato assente da un settore strategico le decisioni sul quale sono fondamentali per gli interessi del Paese.”

“Mentre tutte le altre compagnie telefoniche – ricorda Azzola - vedono una partecipazione decisiva del pubblico nella compagine azionaria, l’Italia rischia di essere il secondo Paese, dopo la Grecia, in cui l’azienda è controllata da un diretto competitor.”

“Bisogna preservare il profilo internazionale dell’azienda salvaguardando le partecipazioni in Brasile e Argentina, che saranno la fonte di maggiore sviluppo dei ricavi del gruppo e mantenere l’unicità aziendale evitando di avventurarsi su modelli, come lo scorporo della rete, non applicati in nessun Paese al mondo.”

“Se trovassero riscontro le voci sulle dimissioni di Franco Bernabè, la Cgil ritiene che l’attuale presidente debba, per tutelare tutti gli azionisti e le decine di migliaia di dipendenti, dire cosa ritiene utile per il futuro del gruppo e cosa pensi dell’operazione che vedrà Telefonica acquisire il controllo della società. Politica e Governo devono batter un colpo: vanno immediatamente convocati i vertici di Telefonica e assunti precisi impegni sul piano d’investimenti da realizzare per rispettare gli obiettivi di Agenda Digitale, condizione fondamentale per la ripresa economica del Paese.”

“Laddove le decisioni assunte in CdA andassero in una direzione diversa – conclude Azzola - la risposta dei lavoratori e del sindacato non si farà attendere, avviando tutte le iniziative e mobilitazioni necessarie a salvaguardare gli interessi del Paese e dell’occupazione. Assumere scelte sbagliate ora comporta un’assunzione di responsabilità per la continuità occupazionale di migliaia di lavoratori, non è possibile far ripartire il Paese perdendo e chiudere le principali aziende e uscendo dai settori strategici per il futuro dell’Italia.”

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