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Nessun avanzamento nell’incontro svolto ieri in Unindustria Roma tra azienda MPSS e Segreterie nazionali, territoriali ed RSU per trovare soluzione alla vertenza del licenziamento in blocco dell’intero organico di lavoratori della commessa Telecom , aperta da MPSS con la procedura di licenziamento di 133 persone del 26 settembre scorso.
L’azienda ha confermato ancora una volta quanto già espresso il 5 u.s. in occasione del tavolo triangolare con Telecom Italia e Ministero dello Sviluppo Economico richiesto dalle scriventi OO.SS., e cioè che INTENDE PROCEDERE AL LICENZIAMENTO DI TUTTI I 133 LAVORATORI di MPSS impegnati sulla commessa Telecom perché per essi non ci sono attività da svolgere nell’ambito
del contratto che pure la stessa azienda MPSS si è aggiudicata con Telecom per un valore di circa 28 milioni di euro.
Preliminarmente l’azienda aveva fornito ragguagli, nell’ambito della procedura di legge n. 428 ex art.47, circa il contemporaneo scorporo dei 2 rami di azienda che intende attuare entro il 1 gennaio 2014 individuabili nelle commesse BT (British Telecom) ed Auchan, verso la controllante Manunteccop Facility Management (MFM), commesse che hanno complessivamente valori di fatturato di circa 10 milioni di euro.
Di fatto , da una parte l’azienda svuota ulteriormente la “scatola” MPSS , che con la perdita di una parte consistente della commessa Telecom (circa 80 milioni di euro) ha già subito un duro colpo, dall’altra sostiene, che nonostante MPSS abbia ancora una commessa di 28 milioni di euro non c’è attività per nemmeno 1 persona del perimetro dei 133 che in essa vi lavoravano fino al 31
ottobre scorso.
La domande fatte dalle Segreterie nazionali sorgono spontanee: perché scorporare dei “rami” dove avrebbero potuto trovare collazione anche una parte delle risorse di MPSS? MPSS pensa di subappaltare tutte le attività affidatele da Telecom Italia senza utilizzare nessuna risorsa aziendale?
Ed il contratto sottoscritto da Telecom le permette di operare così?
C’è una grave responsabilità da Parte di MPSS e del gruppo Manutencoop perché ha rifiutato pregiudizialmente di fare anche un piccolo passo in avanti per la riduzione dell’esubero dichiarato, che pure è nella logica stessa di una commessa di 28 milioni acquisita da Telecom e che avrebbe certamente facilitato un confronto successivo più sereno.
Purtroppo siamo testimoni di una situazione che in questo momento vede sia Manutencoop che Telecom Italia , è cioè 2 Gruppi leader italiani nei rispettivi settori , giocare sulla pelle di 133 lavoratori.
E’ chiaro che tutto trae origine dalle sciagurate operazioni di cessione di ramo attuate dalla Telecom della gestione Tronchetti, che come sindacato confederale abbiamo sempre condannato e che continueremo sempre a fare, a futura memoria.
Telecom da parte sua, a nove anni dallo spin off del ramo Facility management nell’incontro al MISE del 5 novembre si è dichiarata completamente “sciolta” da qualsiasi “obbligo” che non sia una generica disponibilità a facilitare l’assunzione di qualche lavoratore presso i nuovi fornitori.
Ed anche questa posizione non è accettabile perché se è vero come è vero, alle luce delle dichiarazioni effettuate da Telecom in sede governativa, che l’azienda ha internalizzato ( dopo la gara fatta e conclusa con le assegnazioni di ottobre) le attività di Gestione operativa prima affidate a Manutencoop , non è pensabile che essa si chiami fuori dalla partita se non con qualche generica rassicurazione.
Per le Segreterie nazionali sia Manutencoop che Telecom Italia devono prendersi in toto tutte le loro responsabilità e fare la loro parte perché non sarebbe accettabile nessuna soluzione che lasci per strada nemmeno una lavoratrice od un lavoratore.
Per questo, per la ripresa del confronto in fase di procedura presso il Ministero del Lavoro chiederemo che al tavolo siano presenti entrambi le aziende.

LE SEGRETRIE NAZIONALI SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL

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