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Oggetto: richiesta incontro urgente

Il settore dell’editoria da sempre è stato contraddistinto da una presenza costante di specifiche professionalità in aggiunta al personale assunto in maniera stabile; oggi però si assiste ad un (ab)uso di tipologie contrattuali atipiche quali, ad esempio, le collaborazioni occasionali, i contratti a progetto, le partite iva o le cessioni di diritto d’autore, il che fa sì che i lavoratori interessati, nonostante l’alto livello di competenze e professionalità, siano sottoposti ad uno sfruttamento intollerabile e a trattamenti economici ridicoli.

Retribuzioni largamente più basse di quelle previste dei minimi contrattuali, scarse prospettive occupazionali, assenza di qualsiasi forma di tutela tipicamente regolamentata attraverso la contrattazione collettiva (come malattia, infortunio e maternità), unitamente alle poche o inesistenti tutele riguardanti ammortizzatori sociali, rappresentano infatti l’ordinaria condizione di migliaia di lavoratrici e lavoratori che ogni giorno creano o elaborano prodotti editoriali.

La profonda crisi internazionale e il progressivo passaggio al digitale hanno ulteriormente accentuato il ricorso alla precarietà nel settore, al punto che oggi si parla di un numero di atipici difficilmente quantificabile che potrebbe eguagliare, se non addirittura superare, i lavoratori con contratti standard.

Da anni stiamo cercando un confronto con le rappresentanze datoriali del mondo dell’editoria per affrontare in maniera seria e costruttiva il problema, allarmati dai sempre più chiari segnali di deregolamentazione che rasenta in molti casi l’illegalità contrattuale.Per parte nostra, già nell’ultimo rinnovo contrattuale del settore grafico editoriale (30 maggio 2011), avevamo cercato di introdurre, forme di regolamentazione e di tutela per i lavoratori impiegati con le varie tipologie di contratti atipici e parasubordinati. In quel contesto fu sottoscritta un intesa con Aie, Anes e Assografici per l’inserimento dei lavoratori atipici in una “Mutua” per consentire coperture sanitarie simili al costituendo Fondo Sanitario di settore (Salute Sempre), intesa che a tutt’oggi non ha trovato applicazione.

Così come rimane disatteso quanto previsto dalle nuove norme introdotte dalla legge “Fornero” (92/12), riguardanti i collaboratori a progetto e le partite iva, tendenti a mettere un argine al moltiplicarsi di tipologie contrattuali,attraverso una regolamentazione sull’utilizzo di personale con contratto atipico e le relative condizioni economiche e normative ad essi applicate, alfine di superare il divario oggi esistente tra lavoratori dipendenti e lavoratori atipici.

Come organizzazioni sindacali abbiamo contatti costanti con centinaia di lavoratori precari il che ci fornisce uno spaccato puntuale e a tratti drammatico della situazione occupazionale del settore.

Nonostante quanto esposto, nel tentativo di evitare una deriva conflittuale e vertenziale abbiamo continuato invano a sollecitare l’apertura di un tavolo di confronto sul tema, perché convinti che se, opportunamente, vengono fatte politiche per le quali lo Stato interviene a sostegno degli Editori e dei prodotti editoriali, ci deve essere da parte degli stessi Editori la volontà di trovare soluzioni attraverso regole certe in un mercato del lavoro sostanzialmente diverso da quello del secolo scorso.

Siamo convinti della necessità di avere una visione organica sull’intera filiera dell’editoria che non può ovviamente prescindere da una regolamentazione generale dei rapporti di lavoro che superi le forme di precariato esistenti, oggettivamente incompatibili con qualsiasi forma di sostegno pubblico.

Per questi motivi siamo a richiederVi un incontro, per affrontare le tematiche fin qui descritte.

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