Il settore cartario, cartotecnico, della trasformazione e della produzione di imballaggi, anche in flessibile, è caratterizzato un’occupazione stabile e di qualità. Ciò in virtù anche di relazioni sindacali sempre costruttive che mettono il “capitale umano” al centro della loro attenzione. Gli occupati del settore sono più di 80.000 con un fatturato di 18 miliardi di Euro. La filiera, allargata al settore grafico e alle macchine, ha 160.000 addetti con un fatturato di 28 miliardi che rappresenta l’1,3% del PIL. Relazioni che in un’ottica evolutiva, aprono il confronto anche sui temi della sostenibilità energetica e ambientale, contribuendo ad elaborare posizioni condivise anche sui temi di politica industriale, perché oggi più che mai è importante una visione più complessiva del settore. Oltre a condividere, ormai da molti anni, la gestione di due strumenti essenziali in campo sanitario e previdenziale, rispettivamente Salute Sempre e Byblos.
Abbiamo l’energia più cara d’Europa, le fibre secondarie che vengono esportate in aree in cui c’è il “dumping ambientale”, ma grazie al Capitale Umano e alla sua essenziale Competenza manteniamo la capacità di fare e di intraprendere. E, tuttavia, è forte la consapevolezza che senza competitività e un sistema industriale adeguatamente sviluppato è difficile mantenere il sistema sociale che ha caratterizzato l’Europa.
L’UE e la sfida competitiva
Nel settembre 2024 la Commissione UE ha pubblicato il rapporto ‘The future of European Competitiveness’, cosiddetto Rapporto Draghi, a cui il settore ha contribuito attivamente nel contesto dell'Antwerp Industry Summit di febbraio 2024, che esamina le sfide affrontate dall'industria e dalle aziende indicando tre aree di azione per perseguire maggiore produttività a crescita economica dell’area:
1. L'Europa deve riorientare profondamente i suoi sforzi collettivi per colmare il divario di innovazione con Stati Uniti e Cina, soprattutto nelle tecnologie avanzate.
2. Mettere a punto un piano congiunto per la decarbonizzazione e la competitività.
3. Mirare all'aumento della sicurezza e alla riduzione delle dipendenze.
Particolare attenzione è rivolta nel rapporto ai temi dell’energia: l’Europa ha costi dell’energia 2-3 volte superiori a quelli USA; per il gas il divario è di 4-5 volte.
In questo ambito particolare risalto è dato alle industrie ad alta intensità energetica (cap. 4), “parte vitale dell'economia europea, che svolgono un ruolo fondamentale nel ridurre le dipendenze strategiche dell’UE”. “Le EII (Energy-Intensive Industries) contribuiscono direttamente e indirettamente, attraverso attività a valle, a una quota importante dell'economia, dell'occupazione e dell'innovazione dell'UE”. L’analisi del rapporto in questo ambito riguarda i quattro settori a più alta intensità energetica (a livello di classificazione NACE a due cifre): prodotti chimici; metalli di base; minerali non metallici; cellulosa, carta e stampa". Tra pochi giorni, il 26 febbraio, si ripeterà il Summit di Anversa. Il 26 febbraio 2024, si era tenuto ad Anversa un Summit dell’industria europea, che aveva prodotto l’Antwerp Declaration ed aveva riproposto alle istituzioni europee con urgenza il tema della competitività e dell’industria.
La questione energetica
Il periodo 2020-2024 è stato caratterizzato da una bufera sui costi energetici iniziata nella seconda parte del 2021 con i maggiori picchi registrati nel 2022. Questa crisi energetica ancora non si è esaurita: la seconda parte del 2024 e l’inizio nel 2025 hanno confermato che la turbolenza sui prezzi dell’energia sta continuando.
Il differenziale di costo dell’energia elettrica medio dal 2020 al 2024 rispetto alla media dei principali mercati europei (Francia, Italia, Spagna e Germania) è oscillato tra il 15% del 2020 per arrivare fino al 63% del 2024.
Nel dicembre 2024 il prezzo dell’energia elettrica in Italia è più alto del 38% di quello tedesco, del 72% di quello spagnolo e dell’87% di quello francese.
La differenza strutturale di prezzo tra il mercato italiano e i principali mercati europei si è rafforzata ed aumentata sensibilmente nel corso degli ultimi anni. Nel 2024 il differenziale rispetto alla media europea è stato oltre 4 volte quello del 2020.
La forte discrepanza con i principali mercati europei costituisce un problema fondamentale per la competitività del settore cartario italiano; problema che negli ultimi anni si è acuito, mentre ci si sarebbe aspettati che il processo di formazione del mercato unico europeo avesse potuto portare ad un’attenuazione.
La penalizzazione competitiva è dovuta alla forte incidenza dei costi energetici sui costi produttivi che può arrivare e in alcuni casi superare il 40%: un differenziale di costo dell’energia si traduce in maggiori costi di produzione che portano fuori mercato le imprese del settore cartario nazionale.
La penalizzazione per il settore italiano rimane pesante anche sul lato del gas naturale: nel 2024 il differenziale di prezzo tra il mercato nazionale e quello dei principali competitor europei è stato pari a circa 2,30 euro/MWh, il più alto dal 2020 ad oggi. In percentuale significa oltre il 6% del prezzo del gas.
La situazione di penalizzazione rispetto ai principali paesi europei, come detto pocanzi, sta continuando anche nei primi mesi del 2025. Dopo la breve parentesi del 2023 in cui sembrava che i prezzi del gas stesso rientrando su livelli pre-pandemia, dal febbraio 2024 in poi si è registrata un’inversione di rotta e il prezzo del gas ha continuato a crescere per tutto il 2024 ed anche i segnali del mese di gennaio 2025 confermano il trend rialzista. I motivi sono da ricercarsi principalmente nella chiusura totale dei flussi di gas dalla Russia dopo il mancato rinnovo del transito tramite l’Ucraina del 2024 e dalla situazione invernale più rigida rispetto ai recenti anni passati.
La situazione dei costi energetici è ulteriormente appesantita dai costi della CO2 che sono passati dai 25 euro a tonnellata di CO2 del 2020 ai 74 euro di gennaio 2025. Anche i costi della CO2 sono esplosi nel periodo 2020-2024 raggiugendo il picco massimo nel 2023 (83 euro): nel 2024 hanno ripiegato leggermente ma dalla fine del 2024 e con il 2025 hanno ripreso a crescere.
Nella nostra filiera, non solo questi oneri gravano su tutte le aziende e in particolare su quelle fortemente energivore della produzione di carta e anche di alcuni ambiti della stampa e trasformazione (stampa rotocalco, produzione di cartone ondulato), ma sulla filiera gravano anche gli importanti investimenti che gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 impongono al settore cartario.
L’economia circolare, un vantaggio competitivo per il settore
La doppia transizione ecologica e digitale si intreccia con una fase geopolitica di grande incertezza, ulteriormente complicata dagli annunci fatti in fase di insediamento dal nuovo presidente USA, che sembrano preludere a un inasprimento complessivo degli scambi mondiali.
Il 2025 sarà un anno cruciale per l'Unione Europea nella sua transizione verso un'economia circolare e decarbonizzata. I regolamenti sull'economia circolare e gli imballaggi, un aumento dell'efficienza delle risorse e una gestione più sostenibile del carbonio. Le imprese per rimanere sul mercato, dovranno gestire questi complessi cambiamenti cercando di salvaguardare il proprio vantaggio competitivo.
L'Unione Europea sta implementando diverse politiche per promuovere la transizione verso un'economia sostenibile e decarbonizzata. Tra queste, il Clean Industrial Deal e il Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio (PPWR) sono particolarmente rilevanti per l'industria in generale e per i nostri settori della produzione di carta e di imballaggi in carta e plastica flessibile.
Economia Circolare:
- Atto sull'Economia Circolare dell'UE: Sebbene i dettagli siano ancora in fase di definizione, questo atto è cruciale per armonizzare le politiche tra gli Stati membri e favorire l'innovazione circolare.
- Direttiva sulla Rendicontazione della Sostenibilità Aziendale (CSRD): Questa direttiva impone alle aziende di riferire sulla loro performance in termini di economia circolare, identificando rischi e opportunità e implementando strategie di sostenibilità.
PPWR
- Pubblicato a gennaio 2025, il Regolamento n. 40 introduce norme vincolanti per ridurre gli imballaggi superflui, aumentare il contenuto di materiali riciclati e limitare le sostanze pericolose come i PFAS. Sarà applicabile da agosto 2026.
- Il Regolamento prevede in particolare: obiettivi di riduzione dell’immesso al consumo di imballaggi; obiettivi di riuso degli imballaggi in molti comparti (esentati gli imballaggi in carta e cartone); diversi divieti a imballaggi e prodotti monouso in plastica.
Il Capitale Umano, essenziale per fare ed intraprendere
La competitività di questa filiera in Europa, già pesantemente condizionata dalle questioni energetiche, potrebbe passare anche dalle leve in mano alle aziende per attrarre giovani lavoratori e lavoratrici.
Va sottolineato che alcune disparità nei benefici fiscali previsti in altri Paesi possono invece ancora una volta appesantirci da un punto di vista competitivo: ad esempio, alcune norme fiscali vigenti in Germania prevedono una detassazione per le indennità che i lavoratori e le lavoratrici, organizzati sui turni percepiscono come lavoro domenicale, lavoro notturno, lavoro festivo e straordinario.
Un trattamento analogo in Italia renderebbe il settore più attrattivo e faciliterebbe il ricambio generazionale.
Il settore può e deve essere valorizzato per le professionalità presenti e per le attività svolte, per la tipologia di produzione, per l’attenzione ai temi relativi a salute e sicurezza e per le opportunità occupazionali offerte, temi non secondari per attrarre giovani in cerca di percorsi professionali stabili.
Sei proposte:
1) Per affrontare il caro gas, occorre, con urgenza, dare attuazione alla Gas Release così come approvato dal DL Ambiente nello scorso dicembre, modificando le norme giù in vigore dal 2022. Si tratta di un’allocazione a prezzi equi alle industrie energivore italiane, sul modello di quanto accaduto in Francia con l’ARENH che riguarda l’energia nucleare ceduta alle imprese francesi.
2) Poi, decarbonizzazione competitiva. Senza energia elettrica verde a basso costo è impensabile che le produzioni di beni ad alta intensità energetica (e, spesso, così importanti per l’economia circolare, come la carta) possano essere decarbonizzati. Purtroppo, gli alti costi energetici distraggono importanti risorse economiche delle imprese del settore cartario da investimenti nel processo produttivo e in decarbonizzazione. Solo l’economicità e la sostenibilità in forma congiunta delle energie verdi possono infatti spingere verso la decarbonizzazione: il confronto infatti rimane con altre economie europee e non solo che hanno accesso a prezzi dell’energia più bassi e, se guardiamo fuori dell’Europa, a sistemi che non hanno stringenti vincoli ambientali e di sostenibilità. L’Energy Release in corso è una buona opportunità per decarbonizzare. Resta però il forte limite di poter utilizzare più energia elettrica a causa anche dai limiti infrastrutturali delle reti di distruzione dell’energia elettrica che non riescono ad essere sviluppate per situazioni di evidenti congestioni. La soluzione quindi più percorribile per il settore cartario potrebbe quindi essere quella di sostituire il gas naturale con gas verdi. Purtroppo oggi questi gas sono molto scarsi e contesi da tutti i comparti (industriale, terziario, civile e trasporti) con la conseguenza che l’accesso è difficile. La decarbonizzazione dei settori energivori come quello cartario passa dalla sostituzione dei vettori ad emissioni a vettori a zero o basse emissioni ma questi devono avere un costo concorrenziale altrimenti la competitività sui mercati a valle non si riesce a mantenere e si perderebbero pezzi importanti della nostra economica con forti capacità di riciclo e circolarità. In questo senso la logica della Energy Release possa essere replicata anche per una gas release di gas verdi riservata ai settori energivori.
3) Detassazione per le indennità che i lavoratori, organizzati sui turni percepiscono come lavoro domenicale, lavoro notturno, lavoro festivo e straordinario. Un trattamento analogo in Italia renderebbe il settore più attrattivo e faciliterebbe il reperimento di nuove risorse e il ricambio generazionale.
4) Rafforzare l’Economia Circolare con due misure: a) consolidando ulteriormente l’utilizzo di carta da riciclare attraverso un meccanismo di titoli che evidenzi la maggiore efficienza in termini di consumi energetici e di emissioni clima alteranti e che, riconosciuti agli impianti in proporzione alla materia riciclata immessa nel mercato, siano considerati anche ai fini del raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione. Inoltre, l’applicazione del principio della “gestione ecologicamente corretta” nel Paese di destinazione extra UE può riportare il sistema nazionale ed europeo in un contesto di maggiore competitività, rispetto a concorrenti che si trovano avvantaggiati da condizioni di contesto (costi energetici, ambientali e sociali), in linea con i contenuti del Rapporto Draghi; b) promuovendo l’utilizzazione degli scarti di riciclo nei Piani Regionali di Gestione dei Rifiuti, unica misura per rendere concreto il principio di gerarchia e chiedere il ciclo dei rifiuti.
5) Sostenere la filiera dell’imballaggio più circolare d’Europa: l’attuazione del Regolamento degli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio n. 40/2025 (PPWR) sarà lunga e complessa. Le esenzioni introdotte per gli imballaggi a base carta sugli obiettivi di riuso vanno difese e mettono in luce come il riciclo sia il miglior “fine vita” per questi imballaggi, in termini di impatto ambientale. L’esenzione dalle restrizioni sugli imballaggi e i prodotti monouso sono un’importante conseguenza di imballaggi che possono e vengono ampiamente raccolti e riciclati. Il concetto di soglia al 5% che definisce il materiale prevalente va considerata norma generale, Per gli imballaggi flessibili è importante che i gli atti delegati vadano ora a riconoscere la sostenibilità di queste soluzioni, in assoluto le più “leggere” in termini di materiale utilizzato e le più performanti nel garantire la salvaguardia degli alimenti e la loro durata (lotta allo spreco alimentare).
6) Sostenere fiscalmente gli investimenti in tecnologia quando mirati a rendere compatibili le linee di confezionamento dei prodotti con imballaggi a minor impatto ambientale.
Assocarta, Assografici
Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Chimici