Slc Cgil nell’ultimo anno circa ha lavorato su alcune azioni negoziali relative ai settori di competenza (editoria, emittenza, produzione culturale, servizi postali, telecomunicazioni) e i lavoratori precari e/o intermittenti.

Oltre alle nostre attività negoziali e contrattuali “storiche” che riguardano il settore della produzione culturale, settore costituito per la stragrande maggioranza da lavoratori intermittenti (quindi con rapporti di lavoro direttamente connessi all’inizio e alla fine di singole produzioni) e che riguardano il settore cine-audiovisivo, le compagnie teatrali, il lavoro autonomo nel doppiaggio, ultimamente si deve aggiungere il contratto di lavoro a valere per tutte le figure tecniche e artistiche della produzione culturale gestite dal settore della cooperazione.

Complessivamente i lavoratori variamente interessati sono circa 250.000.

Per quanto riguarda i servizi postali l’accordo con FISE-ARE del dicembre 2013 ha portato all’emersione e alla stabilizzazione di alcune migliaia di lavoratori passando dall’utilizzo del lavoro autonomo o parasubordinato al rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato.

L’accordo del 4 Luglio 2013 con RAI che prevede un percorso di stabilizzazione di lavoratori precari, accordo in parte compromesso dalla sottrazione dei 150 milioni dal canone RAI. (I lavoratori precari che ruotano attorno alla RAI sono alcune migliaia)

Nel settore dell’editoria, largamente attraversato da lavoro precario professionalizzato (come dimostra la ricerca che abbiamo realizzato e presentato a Milano nel Maggio del 2013, alla presenza di Susanna Camusso) abbiamo concluso proprio in questi giorni – 16 ottobre 2014 - due importanti accordi: il primo riguarda l’estensione del fondo sanitario integrativo anche agli atipici (accordo già definito col contratto di settore di quattro anni fa, ma non applicato); il secondo è di notevole importanza: si è infatti convenuto che entro il giugno del 2015 le parti individueranno i criteri per la determinazione dei trattamenti economici minimi per le collaborazioni autonome.

Infine il settore delle TLC. Da molti i Call Center sono percepiti come i luoghi del “nuovo” precariato e del lavoro “povero”. E, ovviamente, questo è ancora oggi molto vero. Tuttavia questa lettura rischia di oscurare l’importanza dell’accordo per i Lavoratori a Progetto realizzato il 1 Agosto 2013: il primo concordato con associazioni datoriali aderenti a Confindustria. Nella sostanza l’accordo, oltre a definire criteri certi per l’accesso al lavoro e un minimo di tutele per le malattie lunghe e la maternità, definisce i trattamenti economici orari, collegati, in percentuale crescente nel tempo (dal 60% del 2013 fino al 100% il 1° Genaio 2018) al ccnl del settore delle TLC. I lavoratori interessati sono circa 40.000.

Inoltre ricordiamo le convenzioni definite con i Traduttori (convenzione SLC/STRADE) e quella con l’Associazione degli Addetti Stampa (convenzione SLC/GUS).

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