Non è compito del sindacato indicare quali prodotti televisivi o quali programmi debbano essere messi in onda, né quali di essi siano i migliori.

Vogliamo però, rappresentando le tante maestranze e professionalità che in Rai esistono, sostenere il servizio pubblico e chi, in esso, ha il coraggio di misurarsi con il cambiamento e la sperimentazione.

Ci viene segnalato che da novembre 2012, una squadra tutta interna, stava lavorando su un programma: "Che colore sei?" da mandare in onda all’access prime time, spazio solitamente ad appannaggio di prodotti Endemol (vedi “Affari Tuoi”) in diretta concorrenza con Striscia La Notizia.

“Che Colore Sei” è stato voluto da un capostruttura di Rai1, ideato da dieci lavoratori Rai di area editoriale, allestito con scenografie realizzate internamente, utilizzando registi interni e materiali di repertorio Rai con costi veramente irrisori per un prodotto pensato per quella “preziosa” fascia oraria.

Più volte nel corso del 2013 si è teorizzata la messa in onda, ogni volta rinviata con le motivazioni più fantasiose.

Sino ad arrivare alla riduzione degli stanziamenti per la sua produzione, nonostante la realizzazione di numeri zero e di un giudizio positivo del marketing per la messa in onda.

A questo punto non si sa più se il programma andrà in onda e se, di conseguenza, tutto il lavoro fatto andrà perso.

I lavoratori che hanno preso parte alla realizzazione di questo prodotto televisivo hanno anche scritto al sindacato e al Direttore Generale, cercando risposta alla loro questione anche grazie ai temi affrontati nel rinnovo contrattuale.

Noi crediamo fondamentale smentire l’idea, che ormai tra i lavoratori è quasi una certezza, che determinati equilibri, al di là della bontà delle idee, non si possano mettere in discussione.

L’azienda ci stupisca, consenta ad un prodotto Rai di essere collocato in un orario di grande ascolto, certamente questo non potrà fare peggio di pessimi format acquistati per molti denari dalle varie case produttrici, in questo modo darà la sensazione a tutti che si possa ricominciare a considerare la Rai un vero laboratorio di idee e magari di progetti culturali.

Roma, 27 marzo 2013

La Segreteria Nazionale SLC-CGIL

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