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Il coordinamento nazionale Rai di Slc Cgil, Uilcom Uil, UGL Telecomunicazioni, Snater, Libersind-ConfSal, alla luce delle scelte del Governo e dei vertici aziendali, ha evidenziato la preoccupazione per il futuro dell'azienda di servizio pubblico, esprimendo con chiarezza la contrarietà alla vendita e la collocazione in borsa della società Rai Way.

La forte preoccupazione si lega all'incertezza sul contributo derivante dal canone e la concessione definitiva di servizio pubblico alla società Rai, questioni allo studio del Governo ma che per l'incertezza delle scelte sta determinando fortissime preoccupazioni per la tenuta della più grande azienda culturale del paese.

Il Coordinamento ha deliberato di agire nei confronti della Rai e del Governo, innanzitutto Indirizzando a Giacomelli la richiesta di avviare un confronto sul canone e sulla concessione di servizio pubblico, arrestando da subito la vendita di Rai Way.

Ai vertici aziendali è stata inviata una richiesta d'incontro, in tempi rapidissimi, su tre presupposti:

-   Fermo della vendita di Rai Way;

-  Confronto sul Piano Industriale;

-  Informativa puntuale e dettagliata del nuovo contratto di servizio tra Rai e Rai Way.

I sindacati hanno deciso di inviare la comunicazione alla Rai chiarendo che i termini del confronto non potranno andare oltre i 5 giorni, superati i quali, il coordinamento ha dato il mandato alle segreterie per avviare le procedure di sciopero sui punti già definiti.

Il coordinamento ha altresì deliberato, a seguito del percorso definito, di svolgere le assemblee su tutto il territorio nazionale, per descrivere ai lavoratori la situazione è per costruire le iniziative sindacali e al termine delle assemblee si indirà un nuovo coordinamento unitario a novembre per deliberare sullo sciopero nazionale.

I sindacati hanno ribadito la volontà di avviare azioni legali di contrasto alle iniziative del Governo: vendita di Rai Way e sottrazione dei 150 milioni di euro e valutare, ulteriori azioni, nei confronti della Rai.

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