L'articolo pubblicato su Repubblica on line a firma di Conchita Sannino dal titolo "Attori e diritti, una nuova battaglia di artisti 7607 contro il decreto Franceschini" riporta delle inesattezze che per correttezza nei confronti degli artisti vogliamo vengano corrette e conosciute.
Ci riferiamo in particolare alla dichiarazione che per beneficiare del tax credit per progetti cinematografici sia obbligatorio essere iscritti a Nuovo Imaie.
Per chiarezza esistono due tipi di tax credit: quello interno che permette al produttore di finanziare le produzioni cinematografiche e detrarre in percentuale i costi di produzione (che si traduce in un abbattimento di costi e quindi ricade direttamente sull'erario) e quello esterno che permette a soggetti esterni di investire nella filiera cinematografica fino ad un massimo del 49% dei costi di produzione e di un importo massimo di due milioni e mezzo all'anno, avendo un beneficio fiscale pari al 40% dell'importo investito (quindi il beneficio fiscale passa all'investitore, ad es. una banca).
Questa seconda possibilità è stata colta dalla collecting Nuovo Imaie che ha stipulato un protocollo con una banca che effettua l'investimento. Con il protocollo il Nuovo Imaie ha partecipato al rischio con mezzi propri. Trattandosi dell'assunzione di un rischio su risorse proprie dell'Istituto Nuovo Imaie (con risorse, cioè, tratte dall'aggio), ovviamente in questo caso si pongono precisi paletti alla produzione: si devono finanziare solo progetti realizzati in Italia, con artisti soci di Nuovo Imaie e devono avere profili di alta qualità e di elevata possibilità di ritorno economico (quindi l'Istituto non si assume rischi che possono compromettere la stabilità della collecting). I progetti sono selezionati da una commissione qualificata nominata da Nuovo Imaie e composta da artisti soci dell'Istituto e da soggetti esterni di indubbia competenza e spessore.
L'artista che ha denunciato il fatto è incappato in una di queste produzioni per le quali, come esplicato pocanzi, è prevista la partecipazione di artisti di Nuovo Imaie, salvo necessità artistico produttive.
Nulla osta, che in un mercato liberalizzato, una collecting utilizzi i propri fondi per incentivare i propri soci, lo stesso potrebbe fare anche 7607.
Noi abbiamo sempre manifestato contrarietà alla liberalizzazione del diritto connesso, sapendo che sullo stesso tipo di diritto questo avrebbe comportato moltissime difficoltà agli artisti. La norma che ha previsto la liberalizzazione è stata scritta male (ricordiamo che questo non è successo sul diritto d'autore ove esiste ancora un monopolio), e questo permette agli utilizzatori di non pagare alle collecting quanto do-vuto. Facile da prevedere, ma a questo punto è davvero difficile mettere le toppe ad un vestito strappato. La materia è estremamente complessa, pensate solo a quanto è complesso e costoso costituire dei repertori (che sono degli enormi archivi di film che contengono tutti di dati sugli artisti e i doppiatori e che servono per individuare gli aventi diritto).
Rimaniamo convinti che solo il monopolio possa garantire i diritti agli artisti, anche perché nel campo dei diritti si creano dei monopoli naturali.
Il monopolista a nostro parere deve essere espressione degli artisti (ricordo che le Organizzazioni Sindacali non hanno diritto di voto nel Nuovo Imaie).
Tuttavia riteniamo di dare questa doverosa informazione per ripristinare una correttezza sulle notizie, anche perché, come specifichiamo, il governo di Artisti 7607 e Nuovo Imaie è completamente (come è giusto) nella mani degli artisti, siano essi attori o musicisti, proprio per consentire a loro di scegliere liberamente la collecting a cui si vogliono associare.
SAI SLC CGIL Nazionale