Le Organizzazioni sindacali SLC CGIL e FeLSA CISL hanno impugnato presso il TAR il recente decreto del Ministero dei beni e della attività culturali e del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che disciplina la materia del diritto connesso al diritto d’autore, in particolare sulla disciplina relativa al diritto sui fonogrammi. In sostanza la nuova norma dispone che le somme relative ai diritti non esercitati dagli artisti, non vengano più destinate a fini di promozione, formazione, sostegno professionale degli artisti interpreti o esecutori, ma vengano distribuite agli artisti che sono già stati individuati come aventi diritto ad un compenso. In sostanza si toglie il diritto ad ottenere almeno percorsi di sostegno alla propria professionalità ai numerosi artisti che operano nel settore, magari senza grande notorietà. Questa riduzione di tutele incide profondamente, perché il mondo della musica gode in Italia di pochissime tutele. Dalla mancanza di leggi quadro, a disposizioni in materia previdenziale che rendono impossibile per la maggior parte degli artisti il raggiungimento di condizioni accettabili quando non possono più lavorare. Per non parlare di altri diritti, quali la maternità, la malattia, la copertura per i periodi di non lavoro. La crisi peraltro incide profondamente anche in questo settore, e non è raro vedere musicisti di qualità che faticano a trovare occasioni di lavoro. E’ davvero incomprensibile che si sia voluto togliere al settore quella che è davvero una delle poche tutele per la professionalità. Forse si è voluto colpire un mondo che fa fatica a trovare spazio mediatico per quanto riguarda le proprie difficoltà e che non si sa aggregare, ma proprio per questo SLC CGIL e FeLSA CISL hanno voluto dare un forte segnale di attenzione a questi artisti.

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