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Produzione culturale

"Ieri il Ministro Franceschini, agli Stati Generali della Cultura del Sole 24 ore, ha affermato che è possibile estendere ai teatri l’Art Bonus. Una buona notizia per il comparto della prosa, anche se dobbiamo capire a chi verrà concessa tale possibilità – dichiara Emanuela Bizi, della segreteria nazionale Slc Cgil.

“Ha poi affermato che sta valutando la possibilità di sostenere con questo strumento anche gli artisti: è un’idea quantomeno singolare. L’Italia non ha mai riconosciuto lo status di artista, mai ha ragionato su come dare tutele a questa categoria di professionisti. Invece che guardare al Rinascimento, il Ministro si accorga di essere in Europa: ad esempio in Francia quando dici che fai il musicista o l’attore non ti senti rispondere come in Italia: Si, ma per vivere cosa fai?”

“Lo sa il Ministro quanto si sono ridotti gli spazi di legalità e di dignità per gli artisti? Incalza Bizi. Non si lavora più per tutta la stagione neppure nei grandi teatri, si gira l’intero Paese senza ricevere adeguate indennità di trasferta, i cachet si abbassano e si incassano dopo molto, troppo tempo.”

“Persino i set cinematografici e le serie televisive non garantiscono più compensi dignitosi. Mentre le imprese di produzione cinematografica moltiplicano i profitti, i compensi degli attori calano sempre di più e sono rimasti in pochi a poter vivere del proprio lavoro. La mancanza di regole e tutele produce solo sfruttamento.”

“Per questo la SLC CGIL sta promuovendo un questionario on line (www.vitadartista.it) che vuole indagare bisogni e aspettative di attori, ballerini, musicisti e altre professioni del mondo dello spettacolo, annuncia Bizi. Vogliamo che siano loro a raccontarsi, a rompere il luogo comune che li vuole tutti ricchi e famosi, o semplicemente persone che fanno quello che gli piace.”

“Gli artisti sono lavoratori e il Ministro ha il dovere di tutelarli, se ha a cuore lo sviluppo culturale dell’Italia. Dare dignità agli artisti significa investire in cultura e non elargire briciole. In Europa la media degli investimenti in cultura è pari al 2.1% , mentre l’Italia è penultima con un misero 1.4%.”

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