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Produzione culturale

Con la lettera dell’11 giugno scorso, le scriventi OO.SS. hanno dichiarato la loro contrarietà e diffidato l’azienda a porre in atto i licenziamenti, proponendo interventi alternativi. Interventi alternativi che non avrebbero reso così drammatico l’intervento e concesso un segnale di buona disponibilità. Quella lettera ha avuto, invece, come risposta da TSC, la consegna delle lettere di licenziamento ai lavoratori. In termini di relazioni industriali, TSC ha compiuto un atto unilaterale che non teneva minimamente conto delle conseguenti reazioni del sindacato. Il nostro giudizio continua ad essere negativo, la lettura inevitabile è di un atto teso a creare assoggettamento tra i lavoratori, lettura resa più evidente dal licenziamento di rappresentanti sindacali, decisione che ha provocato una frattura ancora più profonda.
Tanto più che la disponibilità manifestata garantendo, nel corso della ristrutturazione di TSC dello scorso anno, la ricerca di adesioni volontarie, l’assistenza nelle transazioni relative e l’avvio di una discussione di filiera per i problemi dell’esercizio presso il MIBAC volevano testimoniare l’attenzione delle scriventi per le relazioni sindacali.
Il ricorso effettuato dall’azienda ai lavoratori interinali durante l’ultimo sciopero è inaccettabile. A livello territoriale le OO.SS. stanno valutando se si sia trattato di sostituzione di lavoratori in sciopero per stabilire eventuali azioni legali. Altrettanto, in merito ai licenziamenti effettuati in riferimento all’organizzazione di TSC su 7 aziende.
Ci troviamo concordi con la posizione della DG Cinema, in merito ai “fini della vigente normativa”: le agevolazioni fiscali e i contributi a fondo perduto previsti agli artt. 17, 18 e 28 della L. 220/16 erano pensati per il potenziamento delle sale, per aumentare l’occupazione e l’afflusso di pubblico, non per aumentare i margini delle imprese a spese dei dipendenti e dei contribuenti.
La flessibilità garantita dal CCNL viene interpretata da TSC tutta a suo favore: una flessibilità che doveva garantire i livelli occupazionali (e vediamo i risultati), si bilanciava col meccanismo del riconoscimento delle mansioni superiori. Dopo due anni di applicazione del CCNL ne abbiamo dovuto denunciare l’inadempienza e ancora l’adempimento è parziale perché applicato solo alle mansioni C-D. I somministrati vengono chiamati ad operare senza la formazione adeguata, a scapito dell’operatività dei reparti. Si continua a pretendere prestazioni extra contrattuali: in molti siti le pulizie che dovrebbero essere svolte dalle aziende professionalmente adeguate vengono richieste ai dipendenti, probabilmente per ridurre i costi di appalto. Spesso i problemi organizzativi vengono risolti con assurde collocazioni degli orari dei part-time o con ricorso a prestazioni straordinarie retribuite con algoritmi diversi da sito a sito.
Queste le questioni discusse durante l’ultimo Coordinamento Nazionale dei delegati TSC, questioni che si ritengono sufficienti a mantenere lo stato di agitazione dei lavoratori dell’azienda e di individuare altre date di astensione dalle prestazioni.

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