“È grave che Poste Italiane, una delle più grandi aziende pubbliche di servizio del Paese, non abbia ritenuto utile approfondire e rispondere alle obiezioni da noi sollevate su temi sensibili e delicati come quelli che riguardano il diritto delle persone a non subire discriminazioni”. Lo affermano in una nota congiunta la Cgil Nazionale e la Slc Cgil.

“Infatti – proseguono – nel recente accordo sulla mobilità nazionale, che non abbiamo sottoscritto, sono evidenti le pratiche discriminatorie che possono essere esercitate nei confronti dei lavoratori in rapporto alle diverse condizioni di abilità fisica”.

“La nostra organizzazione – sottolineano Cgil e categoria – si fregia di avere una storia centenaria in difesa dei diritti dei lavoratori, a partire da quelli oggettivamente più deboli. Questo non ci ha impedito di agire come una delle parti sindacali più responsabili nell’accompagnare il risanamento e il rilancio di Poste Italiane, anche con la firma di importanti accordi a partire da quello che ha posto le basi per la ripresa del settore del recapito e della logistica”.

“Auspichiamo che il management, che giustamente rivendica i risultati economici raggiunti dall’azienda in questi anni, sappia anche dimostrare una sensibilità adeguata nel rispettare i diritti dei più deboli, e misurarsi, cercando le risposte possibili, con i rilievi che la categoria dei lavoratori della comunicazione ha correttamente sollevato”, concludono Cgil e Slc Cgil.

 

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