Abbiamo appreso dalla stampa la volontà del Governatore della Toscana di sostanziare la sua protesta per la prevista chiusura di 59 uffici postali sul territorio toscano ipotizzando di sospendere  le convenzioni in essere tra Regione e Poste Italiane ed invitando i propri concittadini a chiudere conti correnti e libretti di risparmio.

Ci preme innanzitutto ricordare che per primi abbiamo respinto il progetto di chiusure annualmente concordato tra Poste ed Autorità Garante, stigmatizzando il mancato coinvolgimento preventivo degli Enti Locali e di Governo regionali ed anche una  scarsa lungimiranza aziendale e governativa rispetto alle possibilità di implementazione di servizi al cittadino che potrebbero trovare una locazione ottimale proprio negli uffici postali e specie nelle zone morfologicamente più disagiate.

Grazie al nostro intervento, seguito da numerose interrogazioni parlamentari, Poste italiane ha sospeso e modificato il piano di chiusure.

Di certo, pur mantenendo ferma la nostra posizione e, soprattutto, la visione di sviluppo prospettico del ruolo degli uffici postali, riteniamo che la posizione del Governatore Rossi sia davvero opinabile:  è del tutto evidente, infatti, che una diminuzione dei rapporti in essere tra cittadini, enti locali e Poste Italiane produrrà necessariamente una riduzione ulteriore del numero dei presidi territoriali e, conseguentemente, un rischio possibile anche per l'occupazione.

Apprendiamo dunque con soddisfazione che il Governatore Rossi abbia condiviso la posizione già  assunta dal sindacato e comprendendone ovviamente le ragioni, riterremo più congrua una sinergica posizione di tutti i Presidenti regionali affinché il Governo, insieme a Poste Italiane, ridisegnasse un piano di sviluppo degli uffici postali.

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