La CGIL da tempo ormai porta avanti una battaglia contro gli appalti al massimo ribasso, ritenendo il ricorso a tali procedure pericoloso per i lavoratori che prestano la loro opera presso l’azienda appaltatrice.
Questi lavoratori, oltre ad essere privi di garanzie di continuità occupazionale, hanno un trattamento economico e tutele ribassate rispetto al mercato.
Nell’apprendere la notizia del grave infortunio avvenuto qualche giorno fa presso il CMP di Firenze a danno di un lavoratore della ditta di manutenzione la nostra reazione non può che essere di fortissima protesta poiché è chiaro ed evidente che una politica di risparmio sugli appalti comporta, tra le altre cose, una fisiologica minore attenzione sulla sicurezza.
Sappiamo peraltro che Poste ha chiesto, per la riassegnazione della gara, un ulteriore sconto sul capitolato che avrà ovvie ripercussioni sulle attività lavorative.
Per la CGIL la sicurezza sul posto di lavoro non è passibile di risparmio.
Poste Italiane persegue una politica sugli appalti nei vari settori esternalizzati (la manutenzione nei cmp, ma anche i call center o nelle pulizie, solo per citarne alcuni) affidandosi al criterio del massimo ribasso il che, per la più grande azienda del sistema Italia che produce utili costanti, sicuramente non è rispondente a quei principi etici cui dice di ispirarsi.
Esigiamo pertanto dall’azienda una maggiore e seria attenzione al sistema degli appalti in modo da poter garantire diritti e sicurezza anche ai lavoratori delle ditte appaltatrici.

0
0
0
s2sdefault