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Servizi postali

Si è svolto in mattinata l’incontro tra i vertici del Gruppo Poste Italiane e le delegazioni di tutte le organizzazioni sindacali di categoria. Innanzitutto, va detto che, cosa del tutto inusuale, l’incontro si è concretizzato in un monologo dei vertici aziendali che hanno illustrato risultati ed obiettivi aziendali, senza lasciare il benché minimo spazio a nessuna delle organizzazioni sindacali per replicare ed esporre il proprio punto di vista.
Sia chiaro, il giudizio sull’andamento del Gruppo sta nei numeri e negli obiettivi raggiunti in questi anni. E se Poste si candida sempre più a diventare una vera e propria “azienda Paese”, a maggior ragione con l’acquisto di Tim e le prospettive di crescita anche nel mercato delle Telecomunicazioni, parte del merito è sicuramente di chi l’ha guidata negli ultimi anni.
Il consolidamento nei mercati in cui il Gruppo opera da sempre, il tentativo di trasformare la rete di recapito in un player primario del mercato della logistica attraverso la creazione della rete corrieri, l’implementazione del progetto Polis e, come detto, ora anche l’ingresso in grande stile nel mercato delle Tlc, sono segnali tangibili di un’azienda sana, con una progettualità chiara e riconoscibile, il tutto supportato da conti in ordine e risultati economico-finanziari decisamente positivi. Questo ed altro hanno illustrato i vertici nella loro prolusione, concludendo che, dal loro punto di vista, va tutto meravigliosamente bene.
Ce lo aspettavamo. Quello che non ci si poteva aspettare è che non si è lasciato spazio al parere delle lavoratrici e dei lavoratori. Questo avrebbero fatto le organizzazioni sindacali, sicuramente Slc Cgil e Uilposte, se avessero avuto la possibilità di replicare. E purtroppo non ci stupisce che non si sia voluto ascoltare il punto di vista delle parti sociali. Perché questo avrebbe introdotto nella magnifica narrazione aziendale elementi di negatività, quel dissenso che da mesi l’azienda tenta di silenziare. Perché in Poste non va tutto bene.
A fronte di piani ambiziosi e risultati positivi, insistono in Poste condizioni di lavoro sempre più onerose (e peggiorate dalle recenti riorganizzazioni), precarietà e lavoro povero, luoghi di lavoro inadeguati e problemi di sicurezza. Tutti elementi che non trovano risposte, e tanto meno spazio nella narrazione aziendale.
Esiste poi il tema centrale del salario. All’aumento esponenziale degli utili e dei dividendi per gli azionisti, non corrisponde il giusto riconoscimento economico per i lavoratori. E l’incontro di ieri per il rinnovo del Premio di Risultato non è stato incoraggiante. L’azienda ha sostenuto infatti che già troppo è stato fatto, presagendo che nella trattativa non ci sarà spazio per un aumento significativo degli importi del Premio. Lo ribadiamo, Slc Cgil e Uilposte non sono disposte a fare sconti. Il prossimo Premio di Risultato deve dare risposte salariali adeguate a quei risultati economici che il vertice aziendale non perde occasione di rivendicare.
In conclusione, la giornata di oggi è stata improduttiva ma emblematica. Emblematica di un’azienda che, con la gestione delle Relazioni Industriali degli ultimi mesi, mortifica il pluralismo e cerca di silenziare il dissenso di chi non si accontenta di applaudire il manovratore, ma rivendica il miglioramento delle condizioni di lavoro per i lavoratori. Alla luce dell’andamento dell’incontro, che non ha prodotto nessun avanzamento per le lavoratrici ed i lavoratori, Slc Cgil e Uilposte proseguiranno con la mobilitazione in essere, a partire dal prosieguo dello sciopero degli straordinari già dal prossimo mese di luglio.

Roma, 26 giugno 2025

Riccardo Saccone, Segretario generale SLC CGIL
Claudio Solfaroli Camillocci, Segretario generale UILPOSTE

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