“Oggi, 30 giugno, una rappresentanza di lavoratori dei call center ha manifestato presso la sede di Confcommercio di Roma per esprimere tutta la contrarietà e la protesta nei confronti di Assocall, che, giocando nei meandri delle norme di legge, prova con la furbizia ad arricchirsi alle spalle dei giovani lavoratori italiani” così annuncia in una nota Riccardo Saccone di Slc Cgil Nazionale.
“Quando la Fornero prima e il governo Renzi poi hanno introdotto norme per evitare lo sfruttamento dei giovani nei call center, nasce Assocall che ha sottoscritto un accordo che consente l'utilizzo delle collaborazioni nelle aziende che svolgono attività di vendita telefonica fissando una retribuzione oraria di 2,5 euro l'ora, pari solamente alle retribuzioni dei Paesi in via di sviluppo.”
“Questo atto – prosegue il sindacalista - ha messo in difficoltà i lavoratori e le aziende strutturate che, rispettando le regole, si sono trovate immediatamente fuori mercato perché riconoscono retribuzioni in linea con i valori previsti dalla legislazione italiana.”
“Dapprima tale contratto è stato coperto e "legittimato" dall'ordine nazionale dei consulenti del lavoro – ricorda Saccone. Dopo un intervento del Ministero del Lavoro che ne contestava la legittimità vista l'esigua rappresentanza sia datoriale che sindacale, è giunta in soccorso Confcommercio, che prova a dare dignità e continuità a un accordo che fissa retribuzioni indecenti e inaccettabili per un Paese che si dichiara civile.”
“Slc non si arrende e proseguirà nel contrasto di chi continua a condannare le migliori energie del Paese a stipendi da fame ed ad un quotidiano senza prospettive e faremo tutto quanto è nelle nostre facoltà per far cessare questa corsa al ribasso dei diritti dei lavoratori – conclude Saccone.