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Tutti, Governo compreso, finalmente, sono arrivati alla conclusione che il sindacato sostiene da anni: non ha senso buttare soldi per duplicare la rete in alcune zone del Paese mentre intere aree restano tagliate fuori dallo sviluppo tecnologico nelle TLC. Serve una rete unica.

Bene, domando: questa affermazione si può realmente concretizzarla prescindendo dalle competenze e dalla rete esistente di TIM?

È evidente che non è possibile,

Seconda affermazione del Governo: la rete deve essere pubblica.

Di nuovo bene, ma se si usa la logica perché queste affermazioni siano entrambe realizzate e non restino chiacchiericcio politico per giustificare le scelte non fatte, c’è solo un modo: rimediare alla peggiore privatizzazione di tutti i tempi e fare assumere a CDP il ruolo di azionista di riferimento di
TIM, magari realizzando col tempo necessario e con operazioni di mercato una vera public company con un adeguata e stabile presenza pubblica.

Naturalmente nessuno pensa al ritorno al monopolio, va infatti preservata la scelta del libero mercato dei servizi regolata da Agcom.

Ribadita questa scelta di fondo, semplicemente serve rifare Telecom Italia, anche in relazione alla necessità di dotarsi di un soggetto capace di guidare la politica industriale del settore oltre che confrontarsi con le possibili iniziative di analoghe esperienze operanti nei maggiori Paesi europei.

Roma, 21 agosto 2020

Fabrizio Solari
Segretario generale SLC CGIL

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