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In data 16 maggio 2022 si è riunito il coordinamento Nazionale Rsu TIM congiuntamente con le Segreterie Nazionali Confederali a seguito di convocazione aziendale avente all’ordine del giorno ‘Percorso di “ottimizzazione”’.

In questa fase di rottura delle relazioni industriali, nella quale TIM si è chiusa nelle stanze a realizzare analisi, grafici e proiezioni, ci si aspettava, in questo incontro, di ascoltare e vedere una presentazione corrispondente alla gravità della situazione del Gruppo legata al suo andamento industriale ed ulteriormente acutizzata, per quanto ci riguarda, dall’ennesimo cambio di management e da un “Piano Industriale Distruttore”, un Piano che supera l’integrità verticale dell’azienda con la complicità della CDP e del Governo.

Un Piano Industriale appunto, decisamente contestato dal Sindacato Confederale insieme alle Rsu, coperto da quella “congiura del silenzio” tra politica, Azienda, media che si avvia a portare al disfacimento del Gruppo TIM per come oggi lo conosciamo.

Nella prima parte dell’incontro TIM ha rappresentato lo stato dell’arte del settore, situazione ben nota che da tempo le OO.SS. denunciano ed ascrivono ad un modello di sviluppo sbagliato, tutto focalizzato su un’idea di mercato becera, fatta solo di competizione sui prezzi, che penalizza l’inclusione sociale e genera diseguaglianze.

Una situazione aggravata dal ruolo sbilanciato che in Italia è stato attribuito alle autorità di controllo, che più che regolare un mercato complesso come quello delle TLC hanno creato una “giungla” dove ad essere penalizzati sono i lavoratori/cittadini occupati in un settore strategico che continua a perdere ricavi, marginalità e investimenti innovativi per il Paese. Le Authority hanno svolto una funzione più vicina alle associazioni dei consumatori che a quelle realtà europee che hanno invece disegnato nel tempo mercati liberalizzati, competitivi, attrattivi ed a supporto degli interessi strategici dei singoli Paesi.

Il piano industriale così concepito sembra prevedere quindi la creazione di tre aziende oltre alla realtà Sud Americana:

  • Wholesale (infrastrutture)
  • Enterprise (dalla slide illustrata conterebbe anche le aziende Noovle, Olivetti,Telsy).
  • Consumer (Consumer, Small & Medium)
  • TIM Brasil

Le Segreterie Nazionali di SLC-FISTEL-UILCOM hanno espresso una prima valutazione di merito ribadendo come TIM stia perseguendo una strada sbagliata, per la difesa dell’occupazione del Gruppo, per il superamento del Digital Divide e della digitalizzazione del Paese. La società della rete per come si configurerà non farà che replicare i ritardi e le inefficienze che fino ad oggi hanno condannato l’Italia ad essere fanalino di coda rispetto ai principali Paesi Europei sulla connettività, sulle competenze e sulle infrastrutture digitali. Quella che si profila è, a giudizio delle OO.SS, una mera operazione finanziaria, che permetterà la “socializzazione delle perdite e la privatizzazione degli utili” a tutto vantaggio dell’attuale socio francese.

Un piano industriale Distruttore che continueremo a contrastare sino alla fine!

Nella seconda fase dell’incontro l’Azienda ha dato il meglio di sé quando ha esposto ed illustrato le misure finalizzate al contenimento dei costi relativi al “lavoro” per far fronte alla situazione “drammatica” esposta nella prima parte.

Un percorso che dovrà essere realizzato, secondo TIM, in modo condiviso o unilaterale in tempi molto stretti.

Per evitare di utilizzare le parole “ammortizzatore sociale”, mai espressamente citate, l’Azienda ha utilizzato invece quelle di “strumenti di gestione in continuità” e paventato soluzioni urgenti, a dir loro di forte impatto economico, esplicitate attraverso i seguenti titoli:

  1. Lavoro Agile
  2. Buono Pasto
  3. Geolocalizzazione Tof

Sullo strumento del lavoro agile TIM dichiara l’intenzione di toglierlo completamente ad alcune aree di lavoratori ad oggi non ben identificate.

Il buono pasto invece verrà tolto durante le giornate di lavoro agile.

In merito alla geolocalizzazione dei Tof, autorizzata dall’ispettorato del lavoro nel 2017, verrebbe applicata per migliorare la qualità del servizio impiegandola in fase di attestazione della presenza e presa in carico WR, in aggiunta verrebbe attivata anche una chat, in diretta, tra cliente e tecnico con il fine di visualizzare in tempo reale il tracciamento della lavorazione in atto. 

È cosa nota che il bilancio aziendale 2021 sia pubblico e lo si possa leggere nei siti dedicati, ma detto questo, in piena fase di rottura delle relazioni sindacali e all’interno di un contesto drammatico per le sorti della quinta azienda privata del Paese, ci saremmo aspettati ben altri contenuti ed argomentazioni.

L’esposizione sull’andamento aziendale è stata basata solo su dati di carattere generale del settore e nulla di specifico su TIM, nulla se non qualche disegno di scarsa rilevanza per l’obiettivo dell’incontro, nulla che potesse far comprendere lo stato dell’arte sul conto economico del Gruppo in termini reali, ovvero acquisire in modo più dettagliato ed aggiornato degli ulteriori elementi per cercare di contestualizzare maggiormente la situazione.

Inequivocabile, di conseguenza, in mancanza di basi di ragionamento solide, che le soluzioni proposte non stanno in piedi e quindi siano irricevibili.

A tutto questo va necessariamente aggiunto un dato incontrovertibile: TIM sta chiedendo un accordo di gestione del conto economico e, ancora di più, del perimetro aziendale in presenza di un Piano Industriale che li stravolgerà.

Tutto questo senza la benché minima visibilità di quale sarà l’allocazione delle lavoratrici e lavoratori, del debito che graverà sulle singole aziende e quali altri soggetti saranno eventualmente coinvolti e con quali progetti.

Un incontro in buona sostanza molto deludente ed allo stesso tempo preoccupante!

Assistiamo attoniti al ritorno di un atteggiamento che credevamo superato.

Su questa strada non si va da nessuna parte, invitiamo TIM ad una significativa riflessione in quanto con questo schema non siamo e non saremo disponibili.

Nel frattempo è necessario partire con un percorso chiaro di condivisione con le lavoratrici e lavoratori attraverso un ciclo di assemblee per essere pronti a mettere in campo un ulteriore percorso di mobilitazione che intendiamo portare avanti per dichiarare con forza la nostra contrarietà a quanto esposto da TIM in questo incontro.

Il prossimo 24 maggio incontreremo il Governo, nella persona del Ministro dello Sviluppo Economico, Onorevole Giorgetti, al quale evidenzieremo tutta la gravità di questa situazione! 

Non accetteremo risposte sommarie o slogan vuoti ma esigeremo riscontri tangibili perché riteniamo inaccettabile che alla fine il tutto possa andare a ripercuotersi sulle lavoratrici e lavoratori ed a tendere, su tutto il settore.

Roma, 18 maggio 2022                                             

Le Segreterie Nazionali
SLC CGIL FISTEL CISL UILCOM UIL

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