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COMUNICATO CONGIUNTO CGIL NAZIONALE E SLC CGIL

Roma, 23 gennaio - "Le dimissioni dell'amministratore delegato di FiberCop sono un pessimo segnale. Ci pare evidente che, se i motivi sono effettivamente da ricercarsi in dissidi sulle prospettive aziendali con KKR, i rischi dell'operazione che abbiamo da sempre denunciato si stanno avverando in tempi brevissimi". È quanto dichiarano il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo e il segretario generale della Slc Cgil Riccardo Saccone a proposito delle dimissioni di Luigi Ferraris.
"Non vorremmo che stia prevalendo l'impostazione ‘minimalista’ del fondo - sostiene Saccone - ovvero concentrare tutti gli sforzi sulla stesura della fibra, diminuire il debito residuo e realizzare le condizioni per un’uscita profittevole dall'investimento nel più breve tempo possibile. Con buona pace di qualsiasi progetto di innovazione e implementazione dell'intelligenza della rete. Una buona notizia per KKR e per i soci che subentreranno, ma una pessima notizia per l'occupazione e per il Paese”.
Infatti, spiega il segretario generale della Slc, “con questa impostazione rimarrebbe una società che di fatto dovrà gestire la manutenzione dell'infrastruttura limitandosi alla realizzazione di buoni accordi di interconnessione. Una società che di certo non avrebbe bisogno degli attuali addetti, forse neanche della metà. Addio sogni di gloria dunque. E addio anche alla soluzione del problema Open Fiber e alla realizzazione di un’unica infrastruttura: un progetto costoso per FiberCop che evidentemente KKR non ha alcun interesse a sostenere”.
Per Gesmundo “di fatto saremmo davanti ad una mera svendita ad un Fondo americano di una infrastruttura strategica in cambio di nulla. Adesso Palazzo Chigi non può più tacere sul rischio sfacelo del settore. Se poi dovesse partire anche la ‘valorizzazione’ di quello che rimane di Tim con un ulteriore ‘spezzatino’ dell'azienda il capolavoro sarebbe completo. Si convochi immediatamente il sindacato - conclude il segretario confederale della Cgil - prima che il danno sia irreparabile".

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