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Si conferma in tutto e per tutto quanto temevamo anche in merito alle relazioni industriali Fibercop, nuova azienda con dietro quasi gli stessi personaggi ex-Tim condita dal ritorno di qualche figura nota di un passato da dimenticare, azienda che a distanza di oltre sei mesi dalla sua nascita, non paga di trovarsi in mezzo ad acque agitate - causa quanto accaduto sull’isopensione - non trova di meglio, a partire dai responsabili delle linee operative (ne basta anche uno per alimentare il disagio), che dare fiato ai pensieri in libertà ed iniziare un tam-tam, neanche tanto nascosto, di una imminente riorganizzazione aziendale dai contorni come al solito volutamente poco chiari e tendenzialmente inclini a disegnare un futuro sempre meno roseo dell’attuale. Possiamo azzardare che addirittura qualche responsabile di linea abbia buttato il cuore oltre l’ostacolo organizzando vere e proprie riunioni, del resto in un’azienda dove il governo dei piani alti si trova nel marasma più totale gli inquilini dei piani di sotto si sentono liberi di organizzarsi a modo loro anche nella modalità di comunicazione verso i lavoratori.
Il Sindacato confederale a partire dalla Slc-Cgil ha sempre fatto la sua parte nella gestione della rappresentanza e delle relazioni industriali, comunicando al proprio interno con le modalità che le situazioni imponevano di volta in volta, nel rispetto dei protocolli siglati con le aziende, in questo caso Fibercop. Nel frattempo è stata eletta la nuova rappresentanza sindacale in Fibercop e ci si appresta unitariamente ad eleggere il Coordinamento Nazionale delle Rsu, in attesa di un confronto sul piano industriale, quando sarà pronto, frattanto che si alternano gli Amministratori Delegati.
In tutto questo è normale che Fibercop abbia la necessità di riorganizzarsi rispetto a quando era parte di Tim, non è assolutamente normale che nel farlo vengano saltati a piè pari le relazioni industriali, per cui si assiste ad una narrazione della riorganizzazione fatta nei corridoi piuttosto che nelle giuste sedi, come appunto per l’isopensione, ma anche in questo caso il problema si annida dietro al fatto che qualcuno mal sopporta il dover aspettare quelle che definiscono le “liturgie” delle relazioni industriali, presi dal dover fare e soprattutto dal doverlo comunicare ai lavoratori quanto prima, considerando il confronto sindacale un inutile freno dal quale molti vorrebbero liberarsi e non solo in Fibercop.
Slc-Cgil chiede ancora con forza che si convochino quanto prima le Segreterie Nazionali Confederali, le Rsu appena elette o il Coordinamento se questo sarà pronto prima dei vari ordini di servizio che immaginiamo debbano uscire, per iniziare il nuovo percorso delle Relazioni Industriali Fibercop nel rispetto di tutti gli attori da entrambe le parti del tavolo, quel rispetto che pare non essere compreso nelle retrovie aziendali prese dal sacro fuoco del…fare.

Roma 25 febbraio 2025

La Segreteria Nazionale Slc-Cgil

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