L’AZIENDA CAMBIA, LE VECCHIE MANIERE NO!!! IL RICATTO E’ SERVITO.
Lo scorso 11 giugno si è tenuto l’incontro tra l’azienda Tim, le Segreterie nazionali ed il coordinamento Rsu con all’ordine del giorno: contratto di solidarietà e lavoro agile. L’azienda, in quella sede, ha proposto una proroga della solidarietà a condizioni similari all’accordo in essere ed un nuovo modello di lavoro agile con un pesante peggioramento per chi attua una rotazione sul modello giornaliero, con la presenza in sede programmata per 4 giorni su 5.
Il sindacato confederale, con forza ed unitariamente, ha dichiarato totale contrarietà ad un modello di lavoro agile che rappresenta un pesante passo indietro, oltre ad esprimere forti perplessità a discutere di una ulteriore ristrutturazione, con l’utilizzo dell’ammortizzatore sociale, considerato il ritardo di oltre 30 mesi per il rinnovo del CCNL delle Telecomunicazioni. Una riorganizzazione per lo più incomprensibile, considerato che il Piano Industriale non sarà presentato prima del prossimo 24 giugno.
Le parti si erano pertanto aggiornate al 20 giugno, con l’invito reciproco a riflettere sulle varie dichiarazioni emerse al tavolo. Successivamente, come Slc Cgil, avevamo invitato a considerare l’opportunità di aggiornarci a dopo il 24 giugno, giorno della presentazione del piano industriale e del nuovo Cda, per avere un quadro maggiormente chiaro sul futuro prossimo di TIM, dando ampie disponibilità all’incontro, a partire dal 25 giugno. Come se non bastasse, nella serata di giorno 11, giungeva all’attenzione delle Segreterie nazionali una richiesta di convocazione presso il ministero del Lavoro da parte della neocostituita società Dna, per una operazione straordinaria di aggregazione tra Gruppo Distribuzione e Telecontact.
Il 12 giugno, poi, Tim ha inviato convocazione per il 17 giugno alle strutture sindacali nazionali ed al coordinamento Rsu. Una data non concordata, per la quale Slc Cgil ha prontamente comunicato indisponibilità per impegni non procrastinabili. Come da prassi consolidate e relazioni sindacali “normali”, ci si aspettava una ri-calendarizzazione a data successiva, anche considerando la successiva indisponibilità sopraggiunta da parte della Uilcom. Invece l’azienda, nello stupore generale, ha inteso andare avanti comunque, tenendo la riunione, anche senza due sigle sindacali e oltre il 50% di componenti del coordinamento Rsu.
L’intento, però, è emerso chiaramente quando Tim, dopo aver frettolosamente liquidato la presentazione del piano industriale con delle “linee guida”, ha calato sul tavolo il più classico dei ricatti. In presenza di un accordo sul contratto di solidarietà, lavoro agile prorogato alle medesime condizioni per un anno e premio di risultato aumentato di 50 euro sui target. In assenza di accordo sulla solidarietà, lavoro agile peggiorativo e niente premio di risultato. Dopo la prova muscolare sulla imposizione delle date, ecco servito il ricatto negoziale. Tim sarà anche cambiata nella sua forma, ma non è cambiata nel solito “vizietto” di alimentare lo scontro, porsi al tavolo negoziale con approccio ricattatorio, puntando a minare all’unitarietà del sindacato confederale.
Non è sicuramente un buon inizio per il neoeletto presidente di Asstel, a cui vanno i nostri auguri di buon lavoro per un pronto rinnovo del CCNL, considerato quanto sta accadendo in queste ore in Tim, azienda di cui è amministratore delegato.
Se fosse stato poco comprensibile, in principio, il senso di legare il lavoro agile, o il premio di risultato, alla solidarietà, adesso è oltremodo chiaro lo scopo. Non più tardi di qualche settimana fa, infatti, la proposta di peggioramento sul lavoro agile, nel modello giornaliero, veniva dichiarata immodificabile e giustificata per la “scarsa” misurabilità delle prestazioni e fenomeni di “ghostworking”. Come di incanto, quasi per magia, l’ammortizzatore sociale risolverebbe il problema aziendale e permetterebbe la prosecuzione del modello di lavoro agile finora attuato!
Slc Cgil considera oltremodo positivo il “ripensamento” dell’azienda sul lavoro agile, soprattutto in quanto sposa pienamente la rivendicazione del sindacato confederale di proseguire, alle stesse condizioni, con un modello che ha dimostrato la capacità di coniugare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro delle persone, con una migliore produttività e reddività aziendale. Una decisa caduta di stile, l’aver legato strumentalmente il contratto di solidarietà ad uno strumento dell’organizzazione del lavoro molto sentito dalle lavoratrici e dai lavoratori.
Sul contratto di solidarietà, tra l’altro, Slc Cgil non ha nessun problema ad avviare un confronto nel merito, specie se funzionale a garantire il perimetro occupazionale e societario all’interno di tutto il gruppo Tim. Certo è che dopo 30 mesi dalla scadenza del CCNL, la trattativa per il rinnovo ferma, uno sciopero proclamato per il prossimo 14 luglio, discutere di solidarietà in Tim, senza importanti e concreti avanzamenti sul CCNL, appare alquanto paradossale. La speranza è che il superamento delle calure di questo anticipo di estate, con il ripristino di temperature più miti, possa “raffreddare” il clima decisionale dentro Tim, ritrovando il giusto equilibrio.
In una fase decisiva e straordinaria per il settore delle Telecomunicazioni, il buon senso è vitale per tutti. È in gioco la sopravvivenza del contratto e la tenuta dell’intero settore nel CCNL delle Telecomunicazioni. Un contratto moderno, innovativo e attrattivo verso quelle nuove figure professionali abilitate dalla digitalizzazione e dall’intelligenza artificiale, non può caratterizzarsi per salari fermi, derivanti da due anni e mezzo di ritardo nel rinnovo del contratto, ed un clima di scontro, misto ad una visione retrograda, su strumenti dell’organizzazione del lavoro che hanno caratterizzato il nuovo mercato del lavoro dall’avvento della pandemia.
Roma, 17 giugno 2025
La Segreteria Nazionale
SLC CGIL