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Si è svolto il 19 novembre 2013 l’incontro fra l’Amministratore di Telecom e le Segreterie Nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL.

Il piano avrà come priorità di spesa lo sviluppo delle reti in fibra (sfruttando anche i finanziamenti europei per le regioni depresse); per la LTE; investimenti in ICT e data center. Complessivamente il piano prevede investimenti per 3 miliardi e quattrocentomilioni (1100 per il 2014, 1200 per il 2015 e 1100 per il 2016). Il Piano si basa su un “remix” di investimenti, ciò farà si che ad un aumento di investimenti sulla rete corrisponderà un conseguente ridimensionamento degli altri investimenti.

Il Piano si finanzia ricorrendo al “convertendo”, alla vendita della partecipazione in Telecom Argentina, ai fondi europei per la digitalizzazione delle regioni economicamente depresse, e una revisione di voci di investimento non considerate strategiche o su cui vi siano comunque spazi per conseguire risparmi, la vendita delle torri e di parte del patrimonio immobiliare.

Sul Brasile l’AD, pur confermando la natura “core” dell’asset, non esclude in prospettiva  una vendita qualora arrivasse un’offerta interessante (soprattutto alla luce della possibile crescita azionaria di Telefonica nel pacchetto azionario di Telco e della conseguente, prevedibile, richiesta dell’Anatel brasiliana di scegliere fra Vivo e Tim Brasil).

Conferma la scelta di non procedere sulla strada dello scorporo della rete essendo venute meno le motivazioni di carattere regolatorio (AGCOM ha già fatto sapere che la divisionalizzazione risponde ampiamente al bisogno di garantire l’equivalence of input), e commerciali.

Sulla vendita delle torri, alla precisa domanda se il progetto preveda o meno il passaggio di lavoratori l’AD ha dichiarato come al momento  non sia stata ancora presa una decisione in materia.

Questo in sintesi l’insieme dei provvedimenti presi dall’ultimo CdA Telecom.

Le Segreterie Nazionali ritengono indispensabile la convocazione del Coordinamento Nazionale delle RSU per valutare la situazione e decidere le prossime iniziative da mettere in campo per sensibilizzare il coinvolgimento del Governo, ad oggi latitante, nel richiedere precise garanzie sul futuro di questa azienda e sulle prospettive future da parte di Telefonica in termini d’ investimento ed occupazione.

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