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L’intervento del Governo per far ritirare prima l’emendamento di modifica della legge sull’Opa e dichiararlo poi inammissibile, dimostra la non estraneità dello stesso su quanto sta accadendo a Telecom Italia e autorizza a pensare che l’accordo raggiunto tra i soci di Telco il 24 settembre era conosciuto e condiviso da parte dell’esecutivo.

La reticenza nel commentare gli avvenimenti di questi giorni, non certo lusinghieri per il Paese e le sue istituzioni, rende verosimile che il Governo italiano abbia dato il suo consenso ad un percorso con gli spagnoli che terminerà con la fusione per incorporazione del gruppo italiano dentro Telefonica.

Se così fosse saremmo di fronte ad un atto gravissimo perché il Governo si assumerebbe la responsabilità di determinare la fine di Telecom Italia a favore della costituzione di un gruppo di Tlc europeo che partirebbe con oltre 100 miliardi di debiti ed un interesse nullo ad investire in un mercato saturo come quello italiano.

Il tutto senza avere il coraggio di dichiararne la volontà e senza aprire una discussione pubblica su dove si voglia traghettare il Paese e le sue principali aziende.

L’Italia sarebbe in questo modo il primo Paese europeo a restare privo di un’azienda di telecomunicazioni, perdendo l’unica leva vera per governare la nascita delle reti di nuova generazione necessarie allo sviluppo del Paese.

In questo quadro le dichiarazioni rilasciate ieri da Letta sulla volontà del Governo di agevolare gli investimenti nella creazione della Banda Larga sono impegni vanificati ipso facto che non potranno essere rispettati.

Se questo fosse il progetto, riteniamo che tutte le forze politiche cui stia a cuore il futuro di questo Paese debbano unirsi per impedire la chiusura del cerchio, determinando invece le condizioni per un ricambio dell’attuale assetto di governo dell’azienda.

Occorre unire e sostenere gli sforzi di tutti coloro che hanno espresso la disponibilità ad investire in Telecom realizzando, attraverso un aumento di capitale, una decisa inversione di rotta nelle scelte strategiche dell’azienda  per garantire la difesa dell’occupazione, un futuro di successo a Telecom e una adeguata e moderna dotazione infrastrutturale utile allo sviluppo del nostro Paese.

 

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