“E’ inaccettabile che una legge dello stato venga così facilmente e diffusamente disattesa e che un settore produttivo riceva incentivi pubblici mentre sposta le proprie attività all’estero. C’è un serio problema di eticità e di tutela dei dati sensibili dei cittadini. Inoltre, mentre altri paesi avviano politiche per riportare nei propri confini le aziende con sedi all’estero, in Italia finanziamo le aziende per andarsene” così ha dichiarato Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil, nel corso della conferenza stampa dei sindacati di categoria Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil.
“Parte oggi la campagna di denunce indirizzate alla Procura generale della Repubblica, al Ministero del Lavoro, al Garante della Privacy ed all’Authority della concorrenza nei confronti di quelle aziende che delocalizzino all’estero sedi ed attività a tutela dei lavoratori italiani e del trattamento dei dati personali.”
“In particolare – prosegue il sindacalista - verrà denunciata l'assoluta inosservanza delle disposizioni di legge contenute nel “Decreto Sviluppo” n. 83 del 2012, oggi convertito in legge, in rispetto alle disposizioni contenute nell'articolo 24 su “Misure a sostegno della tutela dei dati personali, della sicurezza nazionale , della concorrenza e dell'occupazione nell'attività svolta da call center” e segnalando, ove sussista il caso, l’erogazione degli incentivi pubblici di cui alla Legge 407/1990.
“La spesa che lo Stato ha sostenuto in tre anni per il settore – conclude Azzola - tra Cig, mobilità, mancato versamento contributi ed incentivi si aggira sui 480 milioni di euro” denunciano i sindacati. “E’ ora che queste aziende rilancino la produttività italiana.”
Scarica la lettera di denuncia: esposto su delocalizzazioni unitario