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Roma, 7 ottobre 2014 (foto all'interno). “Nella serata di ieri si è rotto il tavolo di trattative sulla vertenza British Telecom e Accenture – lo annuncia Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil. “La decisione di BT di portare via il lavoro svolto dal sito di Palermo per spostarlo in un altro territorio, peraltro mai comunicato, si conclude nel modo più tragico: il licenziamento di 262 lavoratori, mediamente quarantenni e con percentuale molto elevata di donne, fra cui molte mamme.”

“Il tutto si è consumato nel totale silenzio del Governo che di fronte a un’azienda che ha ricattato le istituzioni, i lavoratori e le loro rappresentanze cercando di ottenere il massimo profitto dal bisogno di lavoro che attraversa l’Italia e in particolare aree come quella palermitana, non ha ritenuto di spendere una parola a favore della permanenza sul sito dell’attività lavorativa.”

“Il Ministro Guidi, che è stato molto attivo per tracciare la mediazione su quanti soldi Accenture dovesse riconoscere a British Telecom per assumere il 70% dei lavoratori interessati, non ha detto una parola per denunciare il ricatto messo in atto dalle due aziende: accettare, attraverso la firma di un accordo transattivo tombale, condizioni di minor salario (cancellando gli scatti di anzianità e i livelli retributivi), di minori diritti (attraverso il controllo a distanza delle performance dei lavoratori) per continuare a fare il lavoro che già fanno da anni oppure perdere il posto di lavoro.”

“L’idea espressa dalle due aziende è che il conto del loro accordo lo avrebbero dovuto pagare i lavoratori e che per continuare a lavorare avrebbero dovuto perdere anche la loro dignità – avvisa Azzola. E questi invece, seppur in lacrime per la consapevolezza di aver perso ogni speranza nel futuro, hanno ritenuto di rifiutare l’elemosina offerta dimostrando una dignità che i vertici delle due aziende presenti non conoscono e non comprendono: “potete comprare le nostre braccia, il nostro tempo e la nostra intelligenza ma mai la nostra dignità” hanno detto al termine della trattativa. Con l’unica eccezione del sindaco di Palermo Leoluca Orlando che orgogliosamente ha definito gravi le posizioni assunte da British Telecom, il rappresentante del Governo ha chiuso asetticamente dicendo che la competenza sulla vertenza passerà ad altra istituzione, denunciando l’incapacità a dirimere la controversia. In verità nemmeno una telefonata è stata fatta ai vertici di British Telecom rispetto a quanto stava accadendo.”

“In nessun Paese Europeo operazioni come quelle orchestrate da British Telecom sono possibili, perché in tutti quei Paesi il recepimento di una direttiva europea del 2001 tutela i cambi e le successioni di appalto con una norma di civiltà: se il lavoro continua a esserci, il lavoratore segue il lavoro pur cambiando l’azienda che lo svolge.  In Gran Bretagna British Telecom mai farebbe operazioni di questo tipo perché pesantemente sanzionate dalla legge (TUPE). La debolezza e l’incapacità del Governo permettono, invece, in Italia i peggiori comportamenti privi di qualsiasi elemento di responsabilità sociale e, anzi, British Telecom è il fornitore di servizi telefonici del Ministero del Lavoro.”

“In un primo momento anche il Governo Italiano aveva ritenuto tale strada necessaria per tutelare migliaia di lavoratori (giovani e donne) ma le pressioni esercitate nelle segrete stanze dalla committenza ha portato il Governo a sfilarsi dalla vertenza lasciando soli i lavoratori e le lavoratrici del settore a piangere e disperarsi – ricorda il sindacalista. In testa a tutti la committenza delle telecomunicazioni che mostra il viso buono e responsabile nella gestione del personale diretto, elogiando in ogni intervista la responsabilità dimostrata dal sindacato, per diventare il peggior carnefice nei confronti dei lavoratori che operano in appalto. E’ evidente che tale discrasia non potrà che vedere una risposta durissima del sindacato a ogni singola azienda e a un’associazione di rappresentanza che si rifiuta ostinatamente di voler provare a governare i processi.”

“E’ finito il periodo della pace sociale e della responsabilità nel settore delle TLC per aprire la stagione del conflitto sulle contraddizioni che non si vuole risolvere.”

“Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha chiesto nei giorni scorsi una mano a spingere la macchina per rimetterla in moto: peccato che lui e il suo Governo rifiutino l’aiuto della parte migliore del Paese che vorrebbe costruire l’Italia che lui stesso descrive ma si rendono conto che dietro agli slogan si nascondono incompetenze e incapacità che lasciano soli i lavoratori davanti ai poteri economici.”

“E in questo modo, mentre nel Paese reale migliaia di giovani donne e uomini perdono il posto di lavoro ogni giorno perché le imprese li vogliono sostituire con lavoratori meno costosi e magari collocati in Paesi esteri, Renzi impone una discussione sulla libertà di licenziamento degli imprenditori chiedendo l’ulteriore modifica dell’articolo 18. Il teatrino della politica, che ha molto migliorato la sua immagine pubblica, non ha perso i peggiori vizi del passato – conclude Azzola.

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