La Segreteria Nazionale SLC-CGIL, nell'invitare le grandi professionalità presenti in RAI a dimostrare maggiore attenzione ogni qualvolta si toccano temi sensibili come le questioni di genere e le discriminazioni contro le donne, riprende e rilancia le parole usate da un gruppo di lavoratrici della SLC-CGIL di Roma e Lazio sul tema. È questo, a nostro avviso, il modo migliore per rappresentare quello che pensano le lavoratrici RAI, perché le parole, per l'appunto, sono importanti, sia quelle dette male, sia quelle non dette.

La SLC-CGIL non intende infatti tacere sulla superficialità delle dichiarazioni fatte dal conduttore Amadeus nella conferenza stampa di Sanremo 2020 a proposito delle dieci coconduttrici “tutte bellissime” ed in particolare di Francesca Sofia Novello, scelta per la sua “capacità di stare vicino ad un grande uomo stando un passo indietro”.

Le polemiche e le gaffe hanno sempre caratterizzato il Festival di Sanremo ma, proprio per questo, le scelte artistiche e la risonanza stessa che la kermesse canora acquista in Italia e nel mondo, diventa racconto del nostro paese, dei costumi e della cultura italiana. Sia chiaro alla Direzione Generale, alla Direzione Artistica del Festival e ai telespettatori che la bellezza è un valore universale che va esaltato in ogni sua forma e definizione. Non si tratta qui di condannare la bellezza femminile ma è opportuno chiedersi se la presenza di così tante donne “bellissime” sia stata davvero la scelta migliore per riscattare quel concetto non sempre velato di discriminazione femminile, che vede le donne “un passo indietro” agli uomini. Concetto troppo spesso veicolato dai media e talvolta giustificato come un semplice fraintendimento. Ma se le parole “dette male” hanno un loro peso, anche le parole non dette possono essere importanti. Le dipendenti del Servizio Pubblico si aspettano che un organo come la Commissione Pari Opportunità Rai monitori da vicino il senso di certe affermazioni e si faccia garante delle questioni di genere, anche in casi come questi. SLC-CGIL chiede inoltre che in Rai si presti massima attenzione ai temi della diversità, dell’accoglienza e soprattutto alla rappresentazione di genere, che purtroppo viene ancora mortificata da vecchi cliché.

Ricordiamo infatti che il Contratto di Servizio ci impone di “superare gli stereotipi di genere, al fine di promuovere la parità e di rispettare l'immagine e la dignità della donna anche secondo il principio di non discriminazione”.

E sia in presenza di scelte editoriali di vecchio stampo, sia di fronte a dichiarazioni mal dette, la SLC-CGIL lo ribadirà sempre e a gran voce, perché le parole dette e quelle non dette sono la rappresentazione di ciò che pensiamo e di ciò siamo. Ed essendo la tv del Servizio Pubblico, certe superficialità non si possono e non si debbono veicolare al pubblico.

Roma 20/01/2020

Segreteria Nazionale SLC-CGIL

Coordinamento Donne SLC-CGIL

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