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Slc Cgil intende intervenire sui temi della diatriba tra governo e presidenza del Coni, circa il progetto di riforma del settore proposto dal governo. Dentro e dietro il movimento e le attività sportive si celano appetiti e si muovono interessi che riguardano milioni di persone e decine di miliardi di euro, non soltanto i 410 milioni trasferiti dallo stato al Coni e indicati nella legge di bilancio.” Così una nota della segreteria nazionale di Slc Cgil.

“Il problema non è però chi gestisce le risorse ma come queste dovranno essere gestite, per quali fini e a chi e con quali criteri oggettivi verranno assegnate. Il movimento sportivo occupa milioni di persone, coinvolge la vita sociale  di milioni di famiglie e investe un valore economico prossimo al 2% del prodotto interno lordo, e se alle attività sportive aggiungiamo l'indotto si ipotizza un movimento di affari che si avvicina al 4%.”

“Ci sono oltre un milione di persone che dello Sport ne hanno fatto la loro professione, il loro lavoro – prosegue la nota. Proprio per questo, il mondo sportivo deve dotarsi di regole certe, di facile applicazioni e soprattutto non interpretabili, per rimediare agli effetti della legge 90/81.”

“In conseguenza, infatti, della funzione, assegnata dalla legge al CONI e alle federazioni, di determinare  quali siano le discipline e gli sport professionistici, tanti, fra atleti professionisti di fatto, operatori del mondo sportivo, tecnici, allenatori, preparatori gestori e operatori di impianti sportivi e altro, pur svolgendo un vero e proprio lavoro sono considerati dilettanti ai fini del riconoscimento economico e per la tutela  assicurativa e previdenziale. Regola che determina anche l’odiosa discriminazione per cui la donna, nella legislazione sportiva, per quanto riguarda il lavoro, non può essere titolare degli stessi diritti degli uomini.”

“Le società sportive – sottolinea il sindacato di categoria - per poter svolgere le proprie funzioni e per corrispondere alla normativa sportiva, hanno necessità di risorse economiche e umane. Tra le numerose argomentazioni possibili sul tema, sottolineiamo la necessità di trasparenza e controlli sulle modalità con cui si ricevono contributi pubblicitari e sponsorizzazioni e di favorire il praticante sportivo attraverso la deducibilità della spesa per la pratica sportiva.”

“Chi vuole OCCUPARSI  di sport e non OCCUPARLO, ha tanto da dimostrare – conclude la nota. Lo sport e le persone che lo praticano, e chi nello sport vede il proprio futuro professionale, hanno la necessità di una vera legge di riforma di sistema. Una sfida che deve coinvolgere in un confronto democratico tutte le rappresentanze e le componenti della società di questo nostro paese. A questa sfida Slc Cgil è pronta, ne ha fatto uno dei suoi obiettivi per i prossimi anni e ha raccolto  osservazioni e proposte in un documento, pronta a confrontarsi con chi voglia cimentarsi in una vera riforma di sistema.”

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