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(U.S. Slc Cgil) – Roma, 22 nov – Dopo vent’anni di attesa, si sblocca la stasi contrattuale per i lavoratori delle 12 Fondazioni lirico-sinfoniche italiane. Un’ipotesi di intesa è stata infatti sottoscritta fra Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e Anfols che recupera il triennio 2019-21 e pone le basi per il rinnovo del 2022-24 con un aggancio alla dinamica del pubblico impiego.

Punti qualificanti: 1) aumento dei minimi tabellari del 4 p.c.; 2) una tantum dell’8 p.c.; 3) passaggio di 150 euro dai contratti integrativi aziendali ai minimi tabellari del ccnl; 4) una tantum di 250 euro ed estensione della fruizione di entrambi gli importi (250 euro e 8 p.c.) ai tempi determinati che hanno fornito la loro prestazione lavorativa nel triennio 2019-21; 5) per il triennio 2022-24 si mantiene aperto il tavolo negoziale per giungere in tempi rapidi alla chiusura del contratto. Su quest’ultimo punto, una richiesta congiunta di garantire che i futuri rinnovi saranno agganciati alle dinamiche retributive e normative del pubblico impiego sarà presto presentata in un incontro con il Ministero della Cultura.
Il testo definitivo sarà stilato entro fine mese per passare al vaglio delle assemblee dei lavoratori dopo l’incontro al dicastero del Collegio Romano.

Anche sul fronte degli autonomi si registra un avanzamento che vedrà presto le parti affrontare il tema di un equo compenso.

Con questa pre-intesa, commenta la Segretaria nazionale Slc-Cgil Sabina Di Marco, “vediamo finalmente la luce in fondo al tunnel di una paralisi contrattuale che non dava ragione dell’alta professionalità dei lavoratori delle Fondazioni lirico-sinfoniche. Inoltre, legare la dinamica contrattuale a quella del pubblico impiego è un obiettivo che definisce meglio il loro ruolo di rilevanza nella cultura del Paese”.
La sindacalista valorizza infine la ‘novità’ che si profila nei confronti del lavoro autonomo: “contrattare i minimi e i massimi in relazione ai principi dell'equo compenso sanerebbe finalmente un vulnus per una consistente platea di lavoratori”.

A fronte della pre-intesa raggiunta vengono annullati perciò gli scioperi programmati.

Per i periodi precedenti al triennio 2019-2021, le parti hanno deciso di rinviare la discussione in attesa di condizioni di copertura economica che lo consentano.

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