(U.S. Slc Cgil) Roma, 28 nov- “Alla vigilia dello sciopero generale di Cgil e Uil, Poste Italiane fa da promoter al Governo firmando un accordo soltanto con la Cisl e altre tre organizzazioni sindacali. Con artifici tecnici di dubbia legittimità, la più grande azienda del Paese preferisce buttare fuori dai tavoli negoziali Slc Cgil e UilPoste, perché - come l'azienda stessa ha dichiarato - “ha bisogno di chi le garantisce sintonia al tavolo”. A dirlo sono i segretari nazionali con delega di Poste Italiane di Slc Cgil e Uilposte, Nicola Di Ceglie e Claudio Solfaroli Camillocci che valutano questo come “un fatto di inaudita gravità, soprattutto alla vigilia dello sciopero generale”.
Il risultato è, per i due sindacalisti, “un pasticcio a danno dei lavoratori. Infatti - specificano - in pochi giorni Poste Italiane e quattro organizzazioni sindacali hanno contrattato tre maxi riorganizzazioni senza coinvolgere le RSU, tagliando zone di recapito, accorpando uffici, aumentando di fatto l'orario di lavoro e i turni serali, dimenticando inoltre le migliaia di lavoratori che attendono un trasferimento al sud”.
Di Ceglie e Claudio Solfaroli Camillocci fanno inoltre rilevare come “vengono decise nuove assunzioni in un numero talmente esiguo che non risolve la precarietà in Poste Italiane. Un fenomeno drammatico che coinvolge nell’azienda migliaia di giovani, anche con forme di vero e proprio sfruttamento e vessazioni”.
Slc Cgil e Uilposte “non accettano il declino dei diritti e il tentativo di silenziare la voce di due Organizzazioni sindacali storiche, rappresentative, confederali, che hanno costruito la storia democratica del Paese e che - assicurano i due sindacalisti - alla luce dei principi costituzionali continueranno a muoversi”.
“Faremo la nostra battaglia con fermezza e convinzione”, dicono infine Di Ceglie e Claudio Solfaroli Camillocci, convinti che “relazioni industriali, democrazia e diritti sindacali sono una cosa seria”.