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Pongo come premessa il nostro augurio che questo Codice Spettacolo dal Vivo compatti tutte le categorie del settore, perché non è nostra intenzione schierarci come lavoratori contro le imprese, ma vorremmo capire insieme come procedere nell'interesse di tutti.

Non è possibile creare delle norme che regolino il mondo dello Spettacolo dal Vivo, senza tener conto della grave crisi occupazionale in cui si trovano, ad oggi, gli artisti!
E' necessario che, accanto ai ragionamenti sulle risorse economiche per il settore, si concepiscano adeguate politiche fiscali di sostegno e serie riflessioni programmatiche sulla produzione di LAVORO!

La SLC ha condotto un'interessante indagine sul settore dello Spettacolo dal Vivo, partendo da dati raccolti attraverso il monitoraggio dei documenti ufficiali prodotti dal MIBACT, con i quali è stato distribuito il FUS negli anni 2014 e 2015, e l'analisi dei dati forniti da ISTAT e INPS sull'occupazione.

Avendo poco tempo a disposizione, vi voglio citare solo alcuni dati che sono emersi.
Vi segnalo che dalle distribuzioni percentuale degli occupati si rileva:
* una netta prevalenza maschile > 73,3% contro il 26,7% di donne impiegate;
* il peso ridotto del Mezzogiorno > 42,6% nord, 42,4% centro, 15% sud
* preponderante il contributo del lavoro autonomo, rispetto alle posizioni formali dipendenti > 26,7% dipendenti, 1,2% collaboratori, 72,1% autonomi

Negli ultimi anni il denaro pubblico che finanzia in parte lo Spettacolo dal Vivo viene assorbito sempre più dalla macchina organizzativa; i meno tutelati e i più sviliti sono proprio gli artisti, ai quali è destinato mediamente il 5% dell'investimento totale.

Nel 2014, anno che ha preceduto l'applicazione del Decreto Franceschini, le posizioni contributive degli ATTORI, nel settore del Teatro, sono state 9560, con un numero medio di 44 giornate lavorative in un anno!!! Potete rendervi conto da soli in che stato di collasso sia la categoria...

Proprio ieri, nell'ambito dell'Assemblea di C.Re.S.Co, è stato presentato il questionario “Vita da artisti”, creato da SLC, e destinato ad attori, musicisti e danzatori, proprio per cercare di raccogliere dati concreti sulla nostra condizione lavorativa da presentare poi alle istituzioni.

I criteri quantitativi adottati per la concezione del Decreto Franceschini, hanno fatto sì che aumentasse, è vero, la produzione di spettacoli, ma che il tempo di impiego degli attori diminuisse ulteriormente.
Vi chiediamo di tenere conto di come ormai le produzioni muoiono dopo troppo poco tempo, perché non è favorita la circuitazione, spesso i periodi di prova degli spettacoli sono più lunghi del periodo di repliche, per non parlare del forte ribasso imposto ai cachet degli artisti, mentre lo stesso trattamento non è stato riservato agli stipendi delle figure dirigenziali...

Ripeto, gli attori sono al collasso: è necessario riconoscerne la figura giuridica, considerarne l'atipicità con norme fiscali e previdenziali adeguate, e, in collaborazione col Ministero del Lavoro, creare, come richiesto dalla normativa europea, una certificazione che tuteli la professionalità.

Il nostro lavoro è sempre più svilito, vogliamo che gli venga restituita la dignità che merita.

Mentre riteniamo che il Decreto Franceschini del 2014 abbia favorito troppo le grandi imprese, ci auguriamo che per la redazione del Codice Spettacolo vengano tutelati di più gli artisti e insistiamo per partecipare attivamente alla sua formulazione.

Intervento di Carlotta Viscovo
Coordinatrice Nazionale “Sezione Attori” di Slc Cgil

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