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Una giornata all'anno dedicata alla violenza di genere é già di per sé significativa. Commemorazione e monito in un paese che purtroppo non cambia.
Le molestie sul lavoro sono oggi al centro della cronaca perché denunciate nel mondo dello spettacolo, ma il commento di sottofondo recita " …ma dai si sapeva é sempre stato così, fa parte del gioco".
Violenze quotidiane recitate dai media come cronaca triste che pare inevitabile e, purtroppo, la convinzione di molti che vi sia solo della devianza, laddove il fatto accade, il che mette al riparo dalla necessaria consapevolezza che il tema è tragicamente ordinario, culturale, comportamentale, e diffuso.
Sì, é certamente giusto che almeno un giorno l'anno si concentri l'attenzione comune sul tema, ma non basta.
Non si discute a sufficienza sui linguaggi di genere, sulla comunicazione d'immagine, sul modo di fare informazione e dunque anche formazione, delle disparità salariali ancora troppo grandi tra uomini e donne, del lavoro di cura in capo prevalentemente alle donne in assenza di un welfare tutelante.
Non si parla di cultura del rispetto, né di ciò che esprime l’essere femminile.
Ricompaiono nella capitale agghiaccianti manifesti contro l'aborto, in continuità con i reiterati tentativi di modificare la legge 194, e il sistema formativo pubblico, salvo volontaristiche ottime esperienze di educazione alla sessualitá consapevole, al rispetto, alla costruzione dei futuri cittadini, non é adeguato.
Il Nostro compito é certamente quello di tutelare i diritti collettivi, le diverse esigenze, di garantire la tutela e la sicurezza sui posti di lavoro, e pari accesso al lavoro ed alla progressione di carriera.
Ma significa anche non rinunciare a richiamare ciascuno alle proprie responsabilitá: legislative, formative, informative, culturali.
Per non dover avere più bisogno di alcun nessun 25 novembre.

Cinzia Maiolini
Segreteria nazionale Slc Cgil
Delega alle Pari Opportunità

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