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Produzione culturale

A fronte dello stato di agitazione proclamato dai Sindacati del Teatro Carlo Felice di Genova in data 27 marzo
2013, causato dall'unilaterale decisione del C d A di quella Fondazione di portare un altro duro attacco alle
retribuzioni dei suoi lavoratori mediante l'ennesima radicale riduzione alla voce "costo del lavoro" dal proprio
bilancio, corre l'obbligo precisare quanto segue:
- ancora una volta la direzione del Carlo Felice di Genova si è voluta apoditticamente arrogare la decisione di
assumere un provvedimento di estrema gravità, e che rischia di incidere pesantemente sull'entità degli
emolumenti dei lavoratori, senza sentire neanche la necessità di aprire preventivamente un tavolo di
confronto serio con le OOSS;
- solo due anni fa parte delle stesse OOSS, con la sottoscrizione del cosiddetto "contratto di solidarieta'" si
erano rese disponibili a regalare al teatro ben 9 milioni di euro finalizzati all'individuazione di un serio e
credibile progetto teso al risanamento della situazione economico-finanziaria del Teatro ed al suo rilancio
artistico e culturale;
- la situazione in cui versa oggi il Teatro, a distanza di due anni da quella sofferta decisione, dimostra
ineludibilmente l'inadeguatezza dell'attuale dirigenza, l'avvenuta inutile dilapidazione di tutte le risorse
faticosamente messe a loro disposizione dai lavoratori ed il suo conclamato fallimento gestionale
rappresentato dalla più totale incapacità di sviluppare concrete ed efficaci strategie aziendali.
Quanto sopra pone sicuramente fine al lungo periodo di tregua sindacale realizzata al Teatro Carlo Felice di
Genova ed estende a tutto il settore dello spettacolo tali problematiche e le conseguenti preoccupazioni.
Ribadito che lo stato di crisi dell'economia nazionale e le attuali difficoltà anche di altre Fondazioni, quali ad
esempio quelle di Firenze, Cagliari e Palermo (e senza sottacere quelle che al momento attanagliano anche i punti
di eccellenza rappresentati dalla Scala e da S. Cecilia), non possono essere prese a scusante ed usate come alibi
per l'inefficacia e l'inefficienza dimostrate dalla dirigenza genovese, i lavoratori del Carlo Felice ed i sindacati tutti
chiedono oggi conto ai gestori dei Teatri lirico sinfonici italiani:
- che fine hanno fatto le risorse finalizzate al risanamento economico gestionale estorte in questi anni ai
lavoratori dei loro teatri?;
- quali programmi e quali strategie sono stati in grado di individuare ed adottare per garantire la vita, lo
sviluppo ed il rilancio artistico delle prestigiose Istituzioni a loro affidate?;
- quali specifiche competenze sono stati in grado di dimostrare per la soluzione dei problemi per i quali sono
profumatamente retribuiti?;
- chi rappresenta oggi l'ANFOLS? (La sensazione è che attualmente faccia fatica a rappresentare anche quei
singoli Teatri di cui i vari sovrintendenti, che di volta in volta si alternano al tavolo delle trattative, sono legali
responsabili e punti di riferimento);
- Dov'è il rispetto degli impegni, da definire nel rinnovo del CCNL, firmati il 27 luglio 2012 all'esimia presenza
del Direttore Generale dello Spettacolo Dr. Nastasi?
Per tutto questo tempo le OOSS hanno fermamente mantenuto l'impegno di un faticoso rinnovo contrattuale,
impostato da un indirizzo ministeriale di dubbia legittimità che si faceva principalmente carico delle "false
esigenze" poste dai sovrintendenti al tavolo della trattativa, accettando un piano di confronto che spesso li ha
costretti a frenare e responsabilizzare anche le giuste aspettative di un rinnovo contrattuale, atteso dai lavoratori
da oltre sette anni, reso impossibile da veri e propri ricatti legislativi e dall'endemica mancanza di risorse.
La conclusione e la contestuale sottoscrizione della parte" normativa" del contratto, testimonia oggi il grande
senso di responsabilita' e serieta' con cui le OOSS si sono rese partecipi del momento di crisi del settore e ed in
generale del paese.
Era quindi lecito aspettarsi che medesima serieta' e responsabilita' fosse dimostrata dall'ANFOLS e dal Ministero
per i Beni e le Attività Culturali per la risoluzione della conseguente parte economica.
Si renda conto l'ANFOLS che i "processi unilaterali" dei vari sovrintendenti che la compongono, tesi a
destrutturare l'intero CCNL, offendono non solo le OOSS ma i lavoratori tutti, che pure hanno sempre accettato i
sacrifici resi necessari per il risanamento dei teatri (e che contestualmente hanno visto vanificati dall'incapacità
delle dirigenze), "inevitabilmente" espandono il problema del Carlo Felice a tutta la Nazione.
Nel ricordare l'assunzione dell'impegno comune preso dalle OOSS, dall'ANFOLS e dal Ministero per i Beni e le
Attività Culturali di ricercare le risorse necessarie per definire compiutamente il rinnovo contrattuale in oggetto e
per garantire le indispensabili prospettive future del Settore, si ribadisce la richiesta dell'apertura di un tavolo
interministeriale atto ad affrontare l'intera problematica del settore e si conferma che le OOSS Nazionali fanno
proprio lo stato di agitazione proclamato dalla struttura genovese e, estendendolo all'intero territorio nazionale, si
riservano ogni forma di rivendicazione e di lotta.
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