"Il Documento di Economia e Finanza si misura con una previsione di crescita inferiore a quella che lo stesso Governo aveva fatto qualche mese fa" E' quanto afferma il segretario nazionale della Cgil, Fabrizio Solari.
"Il nodo fondamentale che resta irrisolto, anche dopo il leggero recupero di PIL della attuale congiuntura, - aggiunge il dirigente sindacale - è la caduta degli investimenti, sia pubblici che privati, che porta ad una crescita troppo debole che risulta incapace di risolvere il problema della mancanza di posti di lavoro e non risolve il ritardo di innovazione dell’apparato produttivo del Paese".
"La logica - sottolinea Solari -indicherebbe la necessità di stimolare la crescita orientando ed aiutando gli investimenti nei settori strategici e sull’innovazione infrastrutturale.
Per attuare questa scelta di politica industriali servono risorse ma anche strumenti, per poter intervenire direttamente nell’economia"
"L’ideologia invece - aggiunge Solari - impone di procedere con le privatizzazioni che, svendendo il patrimonio del Paese, non risolvono minimamente il problema dell’alto debito accumulato ma certamente ci privano di strumenti di intervento a sostegno della crescita e dell’innovazione.
Cosi succede che se non si è ancora pronti a vendere le Ferrovie dello Stato si può optare per una nuova tranche di Poste Italiane, senza curarsi ne degli effetti economici per i prossimi anni (minori incassi sui dividendi dell’ordine di alcune centinaia di milioni di euro), ne del ruolo che l’Azienda potrebbe e dovrebbe svolgere a sostegno delle scelte di innovazione e rilancio degli investimenti".
"Per Poste italiane - aggiunge il segretario della Cgil - abbiamo parlato nei mesi scorsi del possibile ruolo nella riorganizzazione della logistica, dello sviluppo di servizi integrati verso le piccole e medie imprese, di servizi ulteriori al cittadino ed esercizio di un ruolo primario per l'implementazione della digitalizzazione del Paese.
Inoltre Poste Italiane svolge quotidianamente una attività che garantisce la fruizione di un servizio universale"
"Tutto questo - conclude Solari -richiede un governo pubblico, una linea di indirizzo che guardi aldilà dei ricavi del breve periodo e possa prevedere anche investimenti di natura strategica.
Pensare dunque di cedere il controllo dell'azienda al capitale privato mantenendo solo un 35% in mano pubblica è un errore che peserebbe sull'intera collettività e renderebbe ancora più arduo risolvere i problemi del Paese"