La vicenda dei licenziamenti alla 3G assume di giorno in giorno toni che vanno dal drammatico (perché stiamo sempre parlando di licenziamenti coatti) al grottesco.
In una lettera inviata a CISL, UIL e UGL l’azienda continua a parlare di disponibilità a fermarsi a 125 licenziamenti “spintanei” e mirati, si dichiara disponibile a demansionare i lavoratori che ricoprono le funzioni di “assistenti e coordinatori di call center” (quali? Quelli raggiunti da lettera di licenziamento supponiamo), riapre i termini per manifestare la volontà di andar via (prima che qualcuno vi cacci ci verrebbe da aggiungere) e poi minaccia, in caso di non raggiungimento di questi obiettivi sfidanti, di riprendere ad inviare lettere di licenziamento.
Bene. Anzi, male!
Questa “l’offerta che non si può rifiutare”.
Vediamo invece lo stato dell’arte della procedura di licenziamento.
La 3G ad oggi ha inviato circa 137 lettere di licenziamento coatto (persone che, se non hanno da lavorare il preavviso, oggi sono a casa).
Ora verrebbe da chiedersi come si sposa “l’offertona” con le lettere inviate.
A voler essere maligni verrebbe da pensare che si stia dicendo a persone licenziate: tu già stai a casa (perché non sei produttivo aggiungiamo noi), prenditi qualche mensilità e firmaci un bel tombale a sanatoria di tutto.
E si, perché dalla “letterina” non si capisce molto altro dal momento che le lettere di licenziamento sono state inviate dall’azienda secondo i criteri “ad personam” e gli eventuali “volontari” ulteriori dovrebbero sempre rispondere ai criteri unilaterali (come dire… se fra le 137 lettere inviate ci fosse sfuggito qualche “indesiderabile”… si faccia avanti che provvediamo!).
Che dire? Che al peggio non c’è mai fine.
Con questa “offerta”, se l’abbiamo capita bene, il concetto è molto semplice: facendo balenare qualche soldo a persone cacciate via, magari secondo criteri non corrispondenti alla normativa si tenta di salvare l’azienda dal contenzioso. Trasformando lettere di licenziamento coatto in licenziamenti “volontari” ci sembra che si faccia solo e soltanto leva sul bisogno delle persone. A noi, se tutto questo fosse confermato, sembra semplicemente inqualificabile.
Quasi quasi ci rallegriamo di non essere fra i destinatari di quella lettera.
Per parte nostra non possiamo che confermare la nostra totale contrarietà a qualsiasi pasticcio o compromesso con una simile azienda e rinnoviamo la nostra totale disponibilità ad assistere tutte quelle lavoratrici e quei lavoratori che decideranno di non piegarsi e vorranno impugnare il licenziamento.
La Segreteria Nazionale SLC-CGIL