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È di questi giorni la notizia che il call center “Call&Call” ha mantenuto la commessa per il servizio clienti di Engie Italia ma con una diminuzione di traffico e con l’espressa richiesta del committente di spostare il lavoro da Locri ad altra sede, richiesta che ha portato all’apertura di una procedura di licenziamento per 129 persone nel sito calabrese. Riteniamo inaccettabile che un committente possa decidere di creare esuberi in un territorio per un suo capriccio organizzativo, aggirando nei fatti le nuove normative in materia di call center. La clausola sociale per la continuità occupazionale nei call center, approvata lo scorso anno, salvaguarda infatti le lavoratrici e i lavoratori impegnati in questi servizi in caso di cambio appalto garantendo loro le condizioni lavorative e la territorialità. Come si può pensare allora che questo diritto individuale possa essere violato in caso di rinnovo della commessa con lo stesso outsourcer!

Siamo di fronte ad un atteggiamento di Engie Italia che si dimostra sprezzante delle regole del nostro ordinamento e insensibile al valore di legalità e riscatto sociale che il lavoro riveste, specialmente in una regione - quella calabrese - afflitto da illegalità. La Segreteria Nazionale di SLC CGIL condanna fermamente il comportamento di Engie Italia e si adopererà per riportare i committenti alle proprie responsabilità e per tutelare le lavoratrici e i lavoratori impattati da una vicenda che rischia di essere solo la prima di molte in un nuovo modo di aggirare le leggi e gli accordi.

La Segreteria Nazionale SLC CGIL

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