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Al termine di un serrato confronto, è stato sottoscritto, in data odierna, un accordo tra i rappresentanti aziendali di Callmat, le Segreterie nazionali e territoriali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni e le Rsu del sito produttivo di Matera, che chiude la procedura di riduzione del personale per 252 addetti, avviata dall’azienda lo scorso 6 dicembre.
L’accordo prevede la chiusura della procedura di licenziamento con unico criterio di uscita la volontarietà, con la sottoscrizione di un verbale di non opposizione al licenziamento e la previsione di un incentivo all’esodo, il cui importo sarà determinato con successiva intesa.
Contestualmente le parti hanno sottoscritto un accordo di solidarietà difensiva dal 1° febbraio al 31 maggio 2025, con una percentuale massima media mensile del 40%. La solidarietà sarà programmata a giornata intera, garantendo equa rotazione su tutto il personale in forza. Nel corso dei 4 mesi saranno previsti interventi formativi, mirati al miglioramento quanti-qualitativo nel servizio offerto.

L’azienda, confermando la ferma volontà di rilanciare il sito, dopo dettagliata illustrazione alla rappresentanza sindacale unitaria ed alle strutture territoriali della Basilicata, proporrà un sistema di recupero, almeno parziale, della perdita salariale derivante dall’utilizzo dell’ammortizzatore sociale. Callmat anticiperà il trattamento di integrazione salariale per tutta la durata dell’accordo, riconoscendo gli importi previsti dalla norma, nel mese di competenza.

Le Segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, pur nel considerare positiva la revoca dei licenziamenti, continuano ad esprimere forti perplessità sul prosieguo della vertenza e su una risoluzione strutturale nel breve termine della stessa. Gli impegni assunti dalle organizzazioni sindacali e dall’azienda Callmat nel corso dell’incontro dello scorso 8 gennaio presso il Mimit, si sono concretizzati con la sottoscrizione delle due intese. Nei prossimi giorni dovrà essere riconvocato il tavolo di crisi presso il Ministero, per comprendere gli impegni di Tim sulle garanzie dei volumi anche nei mesi successivi, ed i passi in avanti della Regione Basilicata rispetto a quanto sancito nell’intesa ministeriale.

Gli accordi sottoscritti permettono di uscire dalla “scure” rappresentata dai licenziamenti e mettono nelle condizioni i lavoratori di ritrovare serenità lavorativa, dimostrando il loro valore in termini di professionalità e competenze. Ma per dare soluzione strutturale alla vertenza, serve che ciascuno degli attori coinvolti faccia la propria parte, e come sindacato incalzeremo a partire da subito il Ministero per convocare l’aggiornamento del tavolo di crisi.

 Roma, 30 gennaio 2025

Le Segreterie Nazionali
SLC CGIL, FISTEL CISL, UILCOM UIL, UGL TELECOMUNICAZIONI

 

Carchidi (Slc Cgil): "Accordo che, temporaneamente, mette in sicurezza il perimetro occupazionale e prova a rilanciare il sito produttivo materano"

Sulla vertenza Callmat i 252 lavoratori materani hanno salvato il lavoro. Lo scorso 6 dicembre 2024, a seguito di un lungo e costante calo di volumi delle attività di Tim sui servizi 119 lavorati da Callmat, l'azienda aveva avviato una procedura di licenziamento per 252 su 381 lavoratori complessivi occupati sul sito di Matera. Lo scorso 8 gennaio si è svolto un incontro presso il Mimit in cui era stato stabilito un percorso di impegno a risoluzione della vertenza con il coinvolgimento della Regione Basilicata ed il committente TIM. Oggi, in sede aziendale, è stata sottoscritta una intesa che blocca i licenziamenti ed avvia un percorso di ammortizzatori sociali che accompagni il percorso di risoluzione della vertenza.
"Con la chiusura della procedura di licenziamento e la sottoscrizione del contratto di solidarietà, attraverso l'ennesimo accordo difensivo nel settore Crm/Bpo, si risolve, per il momento, la vertenza Callmat. Una ulteriore crisi, frutto di un problema sistemico di settore, risolto con una intesa "tampone" che prevede l'utilizzo di ammortizzatori sociali, in attesa di comprendere come la Regione Basilicata ed il committente Tim terrano fede agli impegni assunti, nel corso dell'incontro al Mimit e ratificato attraverso un accordo."
Così ha dichiarato Daniele Carchidi della SlcCgil Nazionale.
"Se non si interviene strutturalmente, attraverso interventi normativi e regolatori a tutela del settore Crm/Brpo, il 2025 dovrà affrontare ben altre crisi, con numeri ancor più drammatici. Senza misure strutturali che diano regole certe, e puntino a considerare l'assistenza clienti come un valore aggiunto del ciclo produttivo, tenuto conto della tendenza delle committenze ad abbattere i costi ed i servizi sul customer care, si rischia una bomba sociale per migliaia di lavoratori, operanti in particolare nelle regioni del mezzogiorno, già devastate da percentuali di disoccupazione ben oltre la doppia cifra".

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