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“E' proseguito ieri, alla presenza del viceministro De Vincenti e del sottosegretario Bellanova, il tavolo di crisi sul settore dei Call Center – così una nota della segreteria nazionale Slc Cgil. Tavolo resosi necessario non solo e non tanto per la crisi economica, poiché è un settore in crescita sia in termini di fatturato che di addetti, ma sopratutto per la mancanza di regole che hanno creato una competizione sleale sul mercato in cui le aziende corrette, che scelgono di non de localizzare, sono messe fuori mercato da imprese più spregiudicate o che decidono di spostare ingenti volumi di attività verso Paesi con basso costo del lavoro.”

“Il Governo ha assunto l'impegno di intervenire sulle gare pubbliche affinché siano assegnate non con il criterio del massimo ribasso ma con quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa per evitare che proprio la pubblica amministrazione determini l'insorgere di crisi aziendali dovute a una concorrenza sleale sul costo del lavoro.”

“I temi centrali della questione, delocalizzazione e continuitá occupazionale nei cambi di appalto, e le forti pressioni esercitate dalla committenza hanno spinto i rappresentati del governo a fissare nuovi tavoli di confronto, previsti per la prima settimana di settembre, per approfondire le ricadute – prosegue il comunicato. Si tratta di inserire norme già previste dagli altri Paesi europei, che hanno correttamente trasposto i contenuti della direttiva europea 2001/23 ce e dove i fenomeni di crisi presenti in Italia risultano del tutto marginali.”

“Il Governo deve decidere da che parte stare: se con chi propone la conservazione del sistema attuale che crea disoccupazione e costi sociali rilevantissimi (480 milioni la spesa prevista in ammortizzatori sociali e incentivi nel solo triennio 2012 - 2014) o con chi vuole riformare il sistema per portarlo a competere sulla qualità, sull'efficenza, sull'innovazione e sullo sviluppo. L'Italia ha bisogno di innovare e cambiare. Vanno sconfitte le resistenze messe in campo da chi ha interessi diversi da quelli generali, peraltro in maniera non trasparente e sotto forma di pressioni lobbistiche, e il Governo deve trovare il coraggio di introdurre regole nuove, consolidate altrove e in grado di invertire la tendenza del settore.”

“Analogamente è necessario un impegno per il rispetto della legge, articolo 24 bis del decreto legislativo 83/2012, che garantisce ai cittadini il diritto di informazione e scelta sull'erogazione dei servizi richiesti. Anche in questo caso il governo deve scegliere se stare con chi pensa possibile un sistema che non considera assolutamente i diritti dei clienti/utenti e chi invece vuole spingere le aziende ad erogare servizi che vedano il cliente al centro del loro agire quotidiano.”

“Le tante testimonianze relative ai pessimi livelli di qualità erogata dai call center denunciate dei cittadini non possono restare senza risposta – conclude la nota. Anche in questo caso il governo deve scegliere tra la conservazione del sistema e il coraggio di riformare vincendo le resistenze della parte più retriva e interessata del Paese. Il confronto in corso ė positivo ma bisogna passare dalle intenzioni ai fatti e dimostrare che, finalmente, il Paese ha superato le vecchie logiche del passato ed è in grado di produrre riforme che vadano incontro alle esigenze complessive.”

“D'altra parte se gli altri stati europei sono stati in grado di governare i fenomeni con successo non si capirebbe perché il nostro Paese debba restare prigioniero di vecchie logiche e di conservatori non in grado di rappresentare in maniera trasparente la loro idea di Paese. Come dice, spesso, il Presidente del Consiglio, dobbiamo invertire la rotta ma dipende unicamente da noi. Speriamo che non restino solo parole.”

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