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Riteniamo opportuno spiegare la nostra posizione al tavolo di trattativa Rai Way, quello scaturito dal verbale sottoscritto il 5 febbraio 2015.

In coerenza con quel testo noi abbiamo iniziato su tavoli tecnici, composti da Rsu, la discussione per una riorganizzazione indispensabile per contemperare l’evoluzione tecnologica, una maggiore efficienza organizzativa e produttiva ed i relativi riconoscimenti per i lavoratori.

Tale percorso avrebbe dovuto condurci, entro la fine di giugno, a condividere un Accordo generale che definisse organicamente i tre elementi in discussione: attività e processi in ambito Gestione Territoriale, Incarichi Professionali, attività e processi produttivi in ambito Controllo Reti e Servizi.

Nell’ottica di consolidare, questo è nella nostra intenzione, un testo unico che ricomponesse l’insieme dei trattamenti specifici (economici, organizzativi, gestionali e normativi) per i lavoratori di Rai Way.
Nostra ambizione, lo diciamo nel documento elettorale delle Rsu, è (mantenendo il contratto collettivo di Lavoro della Rai) costruire un contratto di secondo livello dedicato a Rai Way.

Questo percorso relazionale è stato bruscamente interrotto da un’azione unilaterale di Rai Way che, per sue esigenze economiche (forse legate alla necessità di dover rispondere ai nuovi proprietari privati), ha scelto di agire sull’istituto della trasferta.

Tale accelerazione è avvenuta a seguito del tavolo tecnico il 24 marzo, ed a seguito di pressioni fatte sulle OO.SS. perché accettassero di sottoscrivere un accordo nazionale solo sulla partita Gestione Territoriale e in particolare con una riduzione del pagamento della trasferta.

Su questa impostazione noi ci siamo detti contrari perché:
1) Abbiamo stabilito nel verbale del 5 febbraio che i temi in discussione dovessero giungere ad una definizione complessiva e non a foglia di carciofo, oltretutto a ridosso del confronto sull’andamento economico ed il Piano Industriale (fine giugno 2015);
2) Va ricostruito un sistema salariale che, attraverso altri istituti propri di una contrattazione di secondo livello, consolidi la retribuzione dei lavoratori, premiando efficienza, produttività e professionalità.
Su questi presupposti ci siamo detti disponibili a proseguire il confronto, purché l’azienda avesse fermato il processo di variazione unilaterale della trasferta rispettando i tempi della trattativa.

Va detto che, il giorno 30 marzo, su questi presupposti avevamo trovato una condivisione con tutte le OO.SS. presenti al tavolo di confronto.
A questo aggiungiamo il tema della rinnovazione delle Rsu Rai Way, questione per noi non rinviabile all’infinito.

È da tutti riscontrabile un problema di funzionamento, di presenza e di elaborazione dell’organismo Rsu/Rls, questione che è per noi prioritaria anche per una valutazione democratica di un possibile accordo che, per le questioni che stiamo discutendo, è di rilevanza strategica e segnerà il futuro di tutti i lavoratori Rai Way.

Come Slc Cgil, abbiamo chiesto informalmente alle altre OO.SS., viste le modalità con cui l’azienda sta continuando ad attuare una modifica unilaterale pesante del trattamento di trasferta, di svolgere un coordinamento delle Rsu Unitario, al fine di decidere assieme che tipo di posizione assumere e se proseguire il confronto ( e su quali presupposti) oppure se avviare un percorso di mobilitazione per ripristinare un confronto corretto.

Auspicando una larga convergenza con altre OO.SS., in maniera cautelativa, invitiamo i lavoratori ad attenersi alle indicazioni contrattuali per lo svolgimento della propria attività lavorativa.
Nella lettera di assunzione è indicato il luogo di lavoro, quindi il luogo in cui si è tenuti ad iniziare la propria prestazione lavorativa e a terminarla.
Diverse indicazioni aziendali, non affisse in bacheca aziendale e non condivise in accordo sindacale, sono da ritenersi poco difendibili in caso di contestazione disciplinare.

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