Dal 25 al 27 marzo 2025, Belfast ha ospitato il 6° congresso di UNI Europa, la federazione europea dei sindacati dei Servizi che conta oggi, al compimento del suo 25° anno, 242 organizzazioni affiliate, rappresentando 7 milioni di lavoratrici e lavoratori di 50 paesi diversi. Sotto lo slogan “Real Say, More Pay”, l’evento ha riunito oltre 600 dirigenti sindacali del settore.
Nel corso della tre giorni, si è discusso di come rafforzare la contrattazione collettiva, vincere le sfide dell’intelligenza artificiale e unire le forze in un’Europa sempre più divisa. Tra i temi affrontati, anche l’aumento del costo della vita e la crescita dell’estrema destra, due questioni che toccano da vicino la forza lavoro del continente. Il dibattito si è sviluppato a partire da cinque report redatti dalla Federazione su appalti pubblici, regolamentazione delle violazioni dei diritti sul lavoro e nuove strategie di organizzazione sindacale.
Slc Cgil ha partecipato al congresso con tutta la segreteria nazionale. Presenti il segretario generale Riccardo Saccone, il segretario organizzativo Marco Del Cimmuto, la segretaria della Produzione culturale Sabina Di Marco, il segretario dei Servizi postali Nicola Di Ceglie e la segretaria nazionale dell’Industria cartaria, grafica ed editoriale Giulia Guida. Con loro Maurizio Feriaud, responsabile dei Rapporti internazionali, che ha curato per la categoria i lavori preparatori al congresso.
Esprimiamo grande soddisfazione per l’elezione di Giulia Guida come membro titolare del Comitato Direttivo di UNI Europa: un riconoscimento importante del nostro impegno a livello europeo.
Ecco una sintesi dell'intervento tenuto in occasione del Congresso da Riccardo Saccone, segretario generale Slc Cgil:
"Dopo una dura vertenza, in Italia abbiamo firmato il rinnovo del contratto nazionale di lavoro del doppiaggio e il primo contratto nazionale per interpreti, attori e attrici del Cineaudiovisivo. In entrambi abbiamo inserito un articolo che cerca di limitare il machine learning e l'uso improprio di voce, volto, corpi o parti di questo senza esplicito consenso. Ma le grandi piattaforme algoritmiche come Amazon e Netflix chiedono liberatorie totali nonostante il contratto.
Anche nel mondo dell'editoria digitale e dei call center abbiamo sottoscritto i primi accordi collettivi che regolano l'introduzione dei sistemi di intelligenza artificiale: strumenti che aiutano i lavoratori a svolgere le loro mansioni, per i quali abbiamo stabilito limiti precisi sia in termini di utilizzo, sia in termini di invasività. Tuttavia, non dobbiamo nasconderci che soprattutto l'IA generativa ci pone già oggi problemi per la salvaguardia dell'occupazione. Accettare la sfida del cambiamento vuol dire contrattare soprattutto il diritto di avere una formazione permanente vera. Se vogliamo che questa transizione possa essere un'opportunità e non una minaccia, nessun lavoratore dev’essere lasciato solo.
Mai come in questo momento abbiamo bisogno di leggi europee che si occupino del lavoro, della sua tutela e dignità. L'intelligenza artificiale produrrà maggiori profitti e una contrazione dei posti di lavoro: si ponga forte, da parte del sindacato tutto, il tema di come finanziare un nuovo modello di welfare, redistribuendo la ricchezza e riducendo l’orario di lavoro a parità di salario. La contrattazione collettiva traccia la strada dei bisogni del lavoro, ma dobbiamo fare squadra per ottenere leggi che supportino l’iniziativa contrattuale: per un’Europa della pace, del lavoro, dei diritti sociali e civili."