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Produzione culturale

Roma, 18 giugno 2020

RISPOSTA A TSC

Ci è giunta, inviataci dalle Rappresentanze Sindacali Aziendali e non direttamente dalla Società, la comunicazione di TSC relativa alla decisione di non riaprire le proprie sale, peraltro preannunciata dall’azienda ad un precedente incontro. La decisione viene giustificata da TSC adducendone la responsabilità alla mancata condivisione da parte delle OO.SS. nazionali del protocollo proposto dall’Azienda. Va chiarito che queste non sono state chiamate a dare un giudizio di merito sui Protocolli aziendali, anche perché non di loro competenza, ma solo a prendere atto che quanto in essi previsto derivasse da ragioni eccezionali e dal relativo incremento dei costi e quindi dovesse essere svolto dalle risorse interne all’azienda. A tale proposta le OO.SS. hanno dato piena disponibilità, senza però dare deroghe al contratto nazionale.

Disponibili quindi a internalizzare tutte le attività previste tranne la pulizia dei bagni.

Le Segreterie e l’esecutivo, in tutti i momenti di confronto avuti con TSC, hanno sempre dichiarato la propria disponibilità a condividere un documento rispettoso delle direttive emanate dalle autorità competenti sulle misure di contrasto e contenimento al COVID 19, ma altrettanto rispettoso dei dettami contrattuali. Dichiarando fermamente la contrarietà a qualsiasi forzatura che, giustificata dalle succitate misure, di fatto imponesse il superamento unilaterale delle attuali declaratorie, pretendendo dai dipendenti attività aggiuntive, in particolare pulizia/igienizzazione delle toilette. Le stesse Segreterie e l’esecutivo non hanno mai messo in discussione che queste attività debbano essere presenti in un Protocollo sulla sicurezza o in un DVR aziendale, per i quali hanno rivendicato anche il coinvolgimento degli RLS Aziendali. Contestualmente hanno però sempre ribadito chi deve occuparsi di queste attività. Per la loro specificità andrebbero eseguite o da ditte esterne che normalmente garantiscono questi servizi o, come dalle OO.SS. proposto, ricorrendo alle figure che da CCNL sono abilitate alla mansione.

Purtroppo alla disponibilità sindacale si è contrapposta una rigidità aziendale che sicuramente discenda da una concezione delle Relazioni Sindacali a senso unico, il confronto è limitato al prendere o lasciare. Ciò è dimostrato anche dalla decisione, che accompagna quella della non riapertura, di non anticipare più il FIS.

Una visione di Relazioni Sindacali antistorica e controproducente, perché alla chiusura ed alla contrapposizione aziendale non può che corrispondere un altrettanto ferma posizione del sindacato nel difendere la professionalità e la dignità dei lavoratori.

Oggi si è tenuto un nuovo incontro nel quale sostanzialmente si sono ribadite le reciproche posizioni, con una variante: l’azienda mette in discussione l’effettiva rappresentatività delle Organizzazioni Sindacali perché, sul tema, ha ricevuto diverse dichiarazioni di condivisione della linea aziendale da parte di lavoratori. Per quanto sembri comunque ovvio che di fronte alla possibilità di riprendere il lavoro, se l’alternativa è restare a casa senza neanche il trattamento economico anticipato del FIS, il lavoratore scelga la linea aziendale, si è dovuto far presente che il sindacato è
comunque obbligato a difendere il dettato contrattuale, a tutela di tutti i lavoratori degli esercizi cinematografici, e che quella dichiarazione di TSC era pericolosa, perché poteva nascondere l’obiettivo di inserirsi nel rapporto tra sindacato e lavoratori.

In una situazione critica come quella che sta attraversando tutto il modo del lavoro ed il settore dell’esercizio cinematografico in particolare, servirebbe una visione diversa di TSC nel rapporto con la parte sindacale, una visione aperta al confronto, mirante alla condivisione mediante un modello partecipativo e soprattutto rispettosa del ruolo che essa svolge. Mentre invece con il comunicato inviato ai dipendenti si cerca palesemente di incrinare il legame ed il rapporto fiduciario tra lavoratori e Sindacato, tentativo ribadito nelle affermazioni aziendali durante l’incontro odierno.

Le OO.SS., l’esecutivo, le RSA/RSU continueranno a dare il proprio contributo per ricercare una intesa che permetta l’immediata riapertura delle sale di TSC, come di tutti i circuiti, nella massima sicurezza per i lavoratori e per il pubblico, nel rispetto della normativa, senza forzature ed imposizione che precludono qualsiasi possibilità di dialogo.

Il perdurare di tali comportamenti nella stessa direzione da parte di TSC obbligheranno le OO.SS. a cambiare l’interlocuzione e a immaginare percorsi di coinvolgimento, oltre che dell’ANEC, in qualità di associazione firmataria del CCNL, anche del Mibact e Istituzioni competenti per quanto
concerne l’erogazione di fondi pubblici per il rilancio del settore. A difesa dell’integrità del CCNL e a tutela dei lavoratori delle sale cinematografiche.


Le Segreterie Nazionali

SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL

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